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La Arsenal Firearms è stata fondata circa due anni e mezzo fa da Nicola Bandini, esperto armiero ben noto per la sua carriera di giornalista del settore su alcune delle più importanti pubblicazioni italiane, con l'appoggio di Dimitry Streshinsky, il titolare del famoso Miniature Arsenal di San Pietroburgo. AF-1 “Strike One” sarà prodotta per i mercati istituzionali locali con la denominazione di Strizh, e l'italianissimo marchio Zanotti 1625, noto come uno dei più antichi (12 generazioni!) produttori di fucili fini al mondo. Sin da subito, l'attività della Arsenal Firearms si è caratterizzata per la ricerca di soluzioni innovative, ma che siano garantite da prove sul campo test industriali ed è anche questo il motivo per cui sinora l'arma non era stata distribuita nonostante le anticipazioni dei mesi passati.
Le colorazioni disponibili per il fusto della Strike One variano dal verde oliva al grigio sino al nero; ulteriori opzioni saranno disponibili per il futuro
Parlando della Strike One, non si può non menzionare il concetto di “evoluzione”. Come già accennato, l'arma nasce per surclassare potenzialmente qualsiasi altra piattaforma concepita per il tiro sportivo, la difesa o il servizio, e le potenzialità ci sono tutte.
Se a prima vista essa sembra solo “un'altra polimerica”, è perché le parti che ne caratterizzano l'aspetto esterno sono più o meno standardizzate: si parla pur sempre di un carrello metallico e di un fusto polimerico. Ma anche qui, non tutto è come sembra.
I carrelli delle Arsenal Firearms AF-1 Strike One sono infatti ricavati dal pieno a partire da un Billet (lingotto solido) di acciaio multilegato con un grado di durezza di 44/46 inedito per un’arma corta, le cui caratteristiche principali a livello di composizione sono un segreto industriale. L'acciaio viene fornito in forma di lunghe sbarre da una prestigiosa acciaieria al 100% italiana, e i lingotti solidi vengono tagliati con macchinari di precisione alla giusta misura prima di essere posti all'interno di una macchina a controllo numerico di produzione svizzera, alimentata a Pallet e capace di lavorare su cinque assi: si passa dal lingotto al carrello quasi finito – al netto delle finiture e quant'altro – nell'arco di novanta minuti, e il macchinario in questione, uno dei più avanzati oggi a disposizione dell'industria armiera italiana, è in grado di lavorare senza supervisione diretta.
I fusti, invece, sono realizzati in quello che l'azienda definisce “supertecnopolimero”: la lega sintetica impiegata per la loro produzione non è, infatti, rinforzata solo con fibre di vetro e fibre di carbonio, ma anche con elastomeri, che le garantiscono una particolare resistenza alle condizioni di temperatura ambientale più estreme.
La culatta della Strike One: la parte posteriore del percussore sporge per segnalare visivamente e tattilmente la presenza del colpo in canna
Di fatto, i fusti delle Strike One – modellati in base ai più moderni canoni d'ergonomia e muniti di rotaia MIL-STD-1913 “Picatinny” per il montaggio di accessori tattici – contengono tre volte più tecnologia – e valore monetario! – rispetto a quelli delle Glock, e sono esponenzialmente più solidi, come confermato dai test a norma militare effettuati in Russia, ove la Arsenal Firearms gestisce il già citato stabilimento per la produzione di modelli destinati alle Forze Armate e di Polizia del governo di Mosca. In alternativa, la Arsenal Firearms offrirà anche fusti in lega d'alluminio ERGAL-55, per i tiratori più “tradizionalisti”, lavorati dal pieno per asportazione di truciolo ed elettroerosione. Il peso aggiuntivo dell'ERGAL renderà le Strike One così fornite particolarmente adatte all'impiego nelle competizioni di tiro in ambito IPSC. Resta il fatto che i fusti polimerici – per i quali, nulla osta all'impiego sia sportivo che competitivo o tattico-operativo! – sono tutti muniti di guide rinforzate in metallo per il carrello, realizzate in MIM (microfusione) e quasi interamente rifinite con lavorazioni aggiuntive per migliorare ulteriormente i livelli qualitativi e di resistenza.
Il carrello della Strike One è realizzato a partire dal pieno da un blocco unico in acciaio, tramite un macchinario CNC a cinque assi
Le canne delle pistole semi-automatiche Arsenal Firearms AF-1 Strike One sono realizzate tramite rotomartellatura a freddo a partire da barre d'acciaio 36NCD4; impiegano rigature a sei principi destrorsi, con passo di 1:10, e perni torniti dal pieno.
Le minuterie dell'arma sono realizzate in parte per lavorazione dal pieno – in particolare per quanto riguarda i grilletti – ed in parte per microfusione: è il caso del pulsante ambidestro di sgancio del grilletto, della leva dello Hold-Open, e di altre piccole componenti. Le mire metalliche di fabbrica, incassate negli intagli superiori del carrello ricavati nel corso della lavorazione della componente medesima, sono munite di riferimenti bianchi per l'allineamento rapido.
Ma è il sistema di funzionamento che è davvero innovativo, semplice geniale e funzionale.
Maggiori dettagli suArmi Magazine di Febbraio 2014
Scheda recnica
Denominazione
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AF-1 Strike One
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Calibro
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9x21
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Tipo di funzionamento
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doppia azione, chiusura geometrica, canna in linea, molla corta
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Sicure
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Triplice sicura: automatica sul grilletto, sul percussore e disconnettore di scatto
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Canna lunghezza
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128 mm
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Righe e passo di rigatura
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6 righe passo 1:250 mm
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Numero di colpi
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15 + 1
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Mire
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Dot bianchi tipo Novak - Tacche intercambiabili fisse, mirino fisso regolabile in deriva
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Materiali e finiture
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Canna e carrello in Acciaio fusto in polimeri
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Dotazioni
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Caricatore di scorta, kit pulizia, sicura ambidestra, valigetta con chiusura a chiave
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Altezza
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143 mm
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Lunghezza totale
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210 mm
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Larghezza
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33 mm
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Peso
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750 gr.
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