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Carabina Sniper Mauser M98/48n Jugoslavo cal.8×57 JS






Questa carabina sniper è veramente un oggetto particolare e degno di nota ed interesse collezionistico data la sua rarità. Innanzitutto la partenza è un K98 di produzione tedesca in cui gli Jugoslavi si sono limitati a cancellare tutti i punzoni originali e ad apporre il loro crest (che presumibilmente si trova ancora sotto all’attacco per l’ottica) ed il marchio della fabbrica che ha operato le modifiche che è la PREDUZECE 44 (lo stabilimento di Kragujevac). Inoltre hanno rimatricolato l’arma. Correttamente il mod.98 è la modifica di un Mauser 98 (lungo quindi 124 cm c.a.) ma questo corrisponde a tutti gli effetti ad un K98 di cui mantiene la calciatura originale (e la lunghezza di 110 cm c.a.), con i punzoni Waffenamt di origine tedeschi ed è correttamente marcato Mod.98. Su alcune parti come serbatoio e manetta dell’otturatore (ovviamente piegata dato che è uno Sniper) sono rimasti i numeri di matricola originali, mentre la paletta del calcio riporta la nuova matricolazione. L’ottica montata è una Zrak come gli attacchi, un’azienda tutt’oggi esistente a Sarajevo che produce armi e ottiche in particolare per l’M76 (ON-76), mentre questa è della stessa serie ma è una ON-8×42 specifica per l’ M98 e M48 e risalente al periodo del conflitto in Bosnia Herzegovina. Anche l’oculare in gomma è originale e del periodo. La canna è ottima con rigature ben definite e a specchio. La “n” che troviamo nella denominazione (M98/48n) è l’iniziale della parola “nemacki” in serbo croato che significa “tedesco” anche se assomiglia di più a “nemico”. Questo per identificare le armi che i tedeschi in ritirata durante la seconda guerra mondiale, hanno abbandonato in grandi quantitativi. Quest’arma ha una storia particolare poiché è stata portata in Italia proprio negli anni del conflitto svoltosi dal 1991 al 1995, quindi sottratta direttamente sul campo di battaglia da elementi del contingente NATO inviati per pacificare una guerra che fu la più complessa, caotica e sanguinosa in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale. La stessa capitale del Paese, Sarajevo (sede della Zrak), fu assediata dalle truppe serbo-bosniache per 43 mesi in cui i cecchini ebbero un ruolo (non invidiato) da protagonisti.

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