attorno a un sistema di scatto paragonabile a quello di un revolver.
In preparazione anche una versione carabina con canna da 220 millimetri
di Massimo Castiglione
Doppia azione bifilare
La Thor “Storm” è una pistola semiautomatica con canna fissa e sistema di chiusura labile (a massa); l’inizio del ciclo di sparo avviene a otturatore chiuso
L’esemplare che mostriamo in queste foto è camerato per la cartuccia 9 mm Parabellum, ma è prevista anche la versione in .40 S&W (nonché quella in 9x21 IMI per l’Italia). La “Storm” è alimentata da un caricatore bifilare estraibile la cui capacità varia in funzione del calibro e delle leggi del Paese ove l’arma sarà venduta. Il congegno di scatto pare preso pari pari da quello di un revolver: spara sia in singola, sia in doppia azione e, con la seconda, è sempre possibile ribattere una cartuccia che abbia manifestato problemi di accensione. È stato previsto un dispositivo manuale di disarmo del cane (è posto dietro al grilletto) che consente di portare l’arma con la cartuccia in camera e di sparare il primo colpo in doppia azione. I colpi successivi sono sparati in singola azione, salvo che non si agisca nuovamente sul dispositivo di disarmo. La percussione è data da un cane interno che colpisce la coda del percussore, flottante all’interno dell’otturatore. Non è stato previsto un comando per la sicurezza manuale; molto saggiamente, la “Storm” è stata dotata di un dispositivo automatico di blocco del percussore che è controllato dal cane e dal grilletto.
Architettura lineare
La “Storm” è costituita da una solida scatola di culatta d’acciaio, a profilo tubolare, entro cui scorre il massiccio otturatore, di forma cilindrica; all’interno di quest’ultimo è stata prevista la sede per la molla di recupero. Sulla testa dell’otturatore si nota, oltre alla sede incassata per il fondello della cartuccia, il poderoso estrattore a gancio. Esternamente la canna (lunga 135 mm) ha una forma analoga a quella di una valvola da motore a scoppio: è infilata, dall’interno della scatola di culatta, nel foro del suo “tappo” anteriore e l’ingrossamento in culatta la blocca posteriormente. All’esterno è vincolata da una boccola filettata, avvitata in volata, che agisce su un manicotto intermedio che, in definitiva, è quello che a prima vista viene scambiato per la canna stessa. Come si può capire, la canna lavora in trazione; è interessante notare che presenta una rigatura a profilo sinusoidale a sei principi destrorsi con un passo particolarmente lungo (un giro in un metro). Sotto la scatola di culatta è applicato, mediante viti, il pacchetto di scatto; due lunghe e robuste piastre laterali fungono da telaio e permettono una rapida ispezione dei pezzi che lo compongono. Quello descritto è il “motore” della “Storm” cui, come si conviene, è accoppiata un’adeguata “carrozzeria”. Si tratta di due gusci di materiale sintetico ad elevata resistenza: quello inferiore, oltre alla funzione estetica, reca anche l’impugnatura e la sede del caricatore, mentre quello superiore presenta le mire metalliche nonché la basetta tipo Weaver per il fissaggio di un’ottica.
L’ uso è molto facile
Dal punto di vista dell’utilizzo pratico, bisogna innanzi tutto notare che taluni comandi manuali (leva di disarmo del cane, sgancio del caricatore e, ovviamente, il grilletto) sono ambidestri, cosa di non trascurabile importanza. Inoltre tali comandi sono facilmente accessibili e utilizzabili. È invece posta sul lato sinistro dell’arma la manetta d’armamento, che è fissata all’otturatore. Ricordiamo ancora che, quando viene inserita una cartuccia in camera, si arma il cane e la “Storm” è pronta per il tiro in singola azione; in tale situazione, agendo sulla leva di disarmo, si passa alla modalità di tiro in doppia azione.
Sarà catalogata presto
L’esemplare che abbiamo esaminato ha sparato oltre cinquemila colpi e ha dimostrato che la “Storm” è già perfettamente a punto; per la verità questo progetto è figlio di una famiglia di collaudate armi semiautomatiche e dunque non deve stupire se le cose vanno nel verso giusto fin dall’inizio. Oltre alla versione pistola, qui fotografata, è già in avanzato studio quella carabina, che si differenzia per la canna da 220 millimetri e per il calcio fisso (mentre, come accessorio, è stato previsto un calcio amovibile a innesto rapido per la “Storm Pistol”). I dirigenti della Thor ci hanno anticipato che non sono state previste versioni a raffica dell’arma. E in Italia? Si attende ancora la catalogazione della “Storm” nelle versioni pistola e carabina, entrambe previste nei calibri 9x21 IMI e .40 S&W. Superate le pastoie burocratiche, queste armi dovrebbero essere disponibili dopo qualche mese a dei prezzi piuttosto interessanti, cosa che ne dilaterebbe la diffusione non solo fra i corpi di polizia (privati e degli enti locali) ma anche fra coloro che sono alla ricerca di un’arma per la difesa abitativa che unisca maneggevolezza, efficacia nonché aspetto deterrente.
Scheda tecnica
Costruttore: Thor - Piazza del Ponte, 3 - 6850 Mendrisio (Svizzera)
Modello: Storm
Tipo: pistola semiautomatica
Calibro: 9x19 mm Parabellum
Funzionamento: a sfruttamento del rinculo con chiusura labile (a massa)
Canna: lunga 135 mm; 6 righe destrorse a profilo sinusoidale
Sistema di percussione: indiretto, a mezzo cane interno su percussore flottante nell’otturatore
Alimentazione: caricatore bifilare estraibile
Congegno di scatto: ad azione mista (singola e doppia)
Estrattore: a gancio
Mire: mirino regolabile in altezza e tacca di mira spostabile lateralmente; base Weaver per il fissaggio di altri dispositivi
Congegni di sicurezza: automatico che blocca automaticamente il percussore
a grilletto non premuto, manuale che disarma il cane
Impugnatura: di materiale sintetico ad elevata resistenza
Peso: ca. 2,5 kg
Materiali: acciaio
Nota: in attesa di catalogazione nei calibri 9x21 IMI e .40 S&W