La pesca con l'arco si pratica da riva (o dalla barca); la distanza utile di tiro di solito non è mai superiore ai 3/4 metri in lunghezza e non più di un metro in profondità ; possono capitare tiri a distanze superiori ma per avere un tiro agevole il pesce deve essere in superficie oppure di poco sotto il pelo dell'acqua.
La più grande difficoltà che si incontra nella pesca con l'arco è la rifrazione dell'acqua che spezza l'immagine del pesce, spostandola rispetto al punto in cui il pesce si trova realmente. Ma dove viene spostata l'immagine del pesce? Rispetto al punto in cui lo si vede, il pesce è più vicino (se ad esempio lo vedete 2 metri davanti a voi, in realtà esso si trova a 1,90 metri da voi; i numeri usati sono casuali).
A questo punto sono chiare le difficoltà che l'arciere incontra. La prima e forse inizialmente la più difficile è l'autocontrollo che entra in gioco quando si deve modificare l'attitudine che si ha di tirare "cercando di colpire il bersaglio in "attitudine a sbagliarlo"; anche per chi ha una certa confidenza con la pesca con l'arco, capita sempre che i primi tiri vengano sbagliati proprio perchè occorre modificare questo atteggiamento.
L'altra grande difficoltà è la risposta alla seguente domanda: " Ma di quanto occorre "sbagliare" il pesce?". La risposta viene solo facendo esperienza; le prime volte si fatica molto per correggere le proprie abitudini e si corre il rischio di non prendere nulla perchè il tiro passa sempre sopra la schiena del pesce, poi ci si modifica lentamente e si comincia a vedere qualcge risultato; capiterà allora di trovarsi con molti pesci colpiti nella parte alta del corpo il che significa che si continua a stare alti, ma il meccanismo comincia a funzionare e poi, finalmente, dopo parecchie ore passate a cercare di cambiare le vostre abitudini vi renderete conto che avete imparato il meccanismo; peccato perchè da bravi arcieri, appena smetterete ve lo dimenticherete immediatamente e la prossima volta dovrete ricominciare, e così via, fino a quando il cambio di "mira" diventerà un automatismo.
Comunque, in linea di massima, occorre considerare sempre due variabili : 1) la distanza tra voi e il pesce - quindi più il pesce vi è vicino e più potrete avvicinarvi al pesce nella mira; 2) la profondità a cui si trova il pesce - in quanto influenza anch'essa l'angolo di tiro anche se in misura minore.
A pesca di trote con l'arco............
Nell'ipotesi più probabile di pescare in un laghetto di pesca sportiva, ma non solo, quando si ha un arco in mano ATTENZIONE SEMPRE ALLE NORMALI REGOLE DI SICUREZZA
Gennaro Fernicolahttps://plus.google.com/117376392358528006917 2014-06-04T12:41:45.569-07:00 Corso di pesca online- lezione 1.
La canna fissa è stata la prima ad essere inventata, come naturale evoluzione della lenza a mano.
Rispetto a questa, essa permetteva una posa più delicata dell’esca e un maggiore controllo sul suo punto di entrata in acqua. Questi sono vantaggi non da poco, soprattutto con pesci “sospettosi”, che non permettono di avvicinarsi molto o che fuggono se qualcosa cade in acqua.
Questa tecnica è stata abbandonata soprattutto negli ultimi anni, con l’avvento di mulinelli economici davvero funzionanti. Tuttavia, è forse la migliore per la sua semplicità , dal momento che adesso una canna fissa di buona qualità costa davvero poco (per esempio, una 5 metri in fibra di vetro, adattissima per chi inizia, si trova a circa 10/15 euro).
Io consiglio una canna, con un filo tra 0.16 e 0.20 e una mosca su amo dal 12 al 6 si possono catturare i piccoli pesci .Basta lanciare e far fare alla nostra mosca una lenta passata; poi, quando il pesce abbocca, basta tirare. È un sistema che dà ottimi risultati con piccole trote e cavedani.
Oppure, con un filo tra 0.20 e 0.30, un galleggiante da cinque grammi, un piombo da tre e una girella del nove abbiamo un ottimo attrezzo, che può essere usato comodamente sia per la minutaglia (ottimo per alborelle, con terminali dello 0.12 e ami del 20) sia per pesci un po’ più grandi, fino a 1.5 chili di peso (oltre si inizia ad avere problemi, spesso bisogna seguire il pesce lungo la riva; da qui in poi si rivela migliore la canna col mulinello). Si usa esattamente come la canna col galleggiante e mulinello, con la comodità che deriva dal fatto che questo non è presente (per cui niente complicati sincronismi tra manovella e ferrata, frizione, ecc.).
Quando parte il galleggiante, si ferra e si tira verso di noi. Il grosso vantaggio sta nel peso minore, nella facilità d’uso e nella maneggevolezza; inoltre, per pesci piccoli questa tecnica non ha praticamente rivali. Come ho già detto prima, senza dover spendere molto, basta un buon modello in fibra di vetro, un po’ di filo), un galleggiante, un piombo e una girella, qualche amo, qualche esca (ottimo il mais o i lombrichi). Tutto qua.
Lezione di pesca alla trota in torrente (online)
Gennaro Fernicolahttps://plus.google.com/117376392358528006917 2014-06-04T09:06:37.957-07:00 La pesca a fondo
con lombrico o pesce morto....
Le esche usate maggiormente nella pesca a fondo sono il lombrico e il pesce morto.Il lombrico
Nella pesca con i lombrichi si attua la pesca classica al tocco, usando i lombrichi di terra e utilizzando una o due spaccatine (piombi) a circa 25 centimetri dall’amo che sarà del numero 5 con nylon del 18-20. Nel caso in cui l’acqua sia torbida, è consigliabile l’uso del polistirolo.Il pesce morto
La pesca con il pesce morto è sicuramente la pesca che, se fatta a dovere, dà i migliori risultati. I pesci che sono maggiormente utilizzati sono le sanguinarole e i vaironi. L’innesco del vivo viene fatto usando un amo del 4 ed infilandolo prima nel labbro superiore e poi nel labbro inferiore.La pesca a fondo col verme
È la classica pesca al tocco,La lenza è molto semplice: utilizzando un nylon del 18 si utilizzeranno i piombi detti:( spaccatine ) il numero dipende dalla zona di pesca, di solito non più di due, e a circa 40 centimetri si legherà l’amo del n° 5.
L’innesco del verme dovrà essere fatto in modo che spunti fuori solo la punta dell’amo; se il lombrico è piccolo, s’infilerà il verme dalla testa scendendo giù nel corpo per far fuoriuscire la punta nei pressi della coda del verme; se invece è grande s’infilerà il lombrico partendo più in giù rispetto alla testa ,prestando attenzione a non far uscire troppo la coda del verme perché si avrebbe il rischio che la trota mangi solo essa senza restare attaccata all’amo. Un consiglio è quello di infilare il verme anche lungo il nylon sopra la paletta dell’amo.
Per una buona riuscita di pesca si cercherà di far arrivare alla trota prima il verme che i piombi per evitare il rischio che il pesce si spaventi e fugga.