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Pesca a mosca


La pesca a mosca è la disciplina regina della pesca sportiva. La cosa particolare di questo tipo di pesca è che viene usata una mosca artificiale come esca .
Per piazzare la spesso leggerissima mosca nel luogo giusto della zona di pesca è necessaria una tecnica di lancio particolare e un’attrezzatura specifica. Di norma le mosche artificiali imitano le prede naturali dei pesci, soprattutto insetti, ma anche piccoli pesci, piccoli mammiferi come topi nonché anfibi come rane e batrace. Invece le cosiddette mosche di fantasia non imitano una determinata preda, ma, a causa dei loro colori, attirano l’attenzione dei pesci e, nella migliore delle ipotesi, li inducono ad abboccare. Spesso gli insetti imitati sono di specie che trascorrono uno o più stadi di vita sull’acqua e/o in essa e d’insetti terrestri che vivono nei pressi dell’acqua e che a causa di una sfortuna vi cadono dentro, come per esempio api, vespe, formiche, bruchi, scarafaggi, cavallette e così via. In principio le mosche artificiali imitano l’intero spettro di prede di un determinato pesce. Anche le imitazioni di pesci predati, come per esempio lo streamer, di norma sono anche chiamate "mosche” dai pescatori a mosca.



 Le mosche artificiali sono costruite artigianalmente con materiali naturali come peli e piume nonché con materiali artificiali e un amo. Non esistono macchinari in grado di produrre mosche "utilizzabili” per pesca a mosca. La pesca a mosca garantisce un successo su una moltitudine di pesci, nonostante il metodo originale di pescare con la mosca sia stato usato per i salmonidi (trote, temoli, salmerini, salmoni). Nel frattempo questo tipo di pesca si è diffuso in tutto il mondo anche per lucci, persici e cavedani, ma anche per carpe. La pesca a mosca in mare su tarpons, bonefish e barracuda è diventata molto popolare.

 LE TECNICHE 


 1. Pesca a mosca con la mosca secca
 La pesca a mosca con la mosca secca è la tecnica più diffusa e, secondo me, anche la più emozionante. La mosca galleggiante viene "posata” delicatamente sulla superficie acquatica. Nella migliore delle ipotesi, questa mosca che scorre il più naturale possibile sull’acqua viene "presa” dal pesce. Più l’imitazione assomiglia nella forma, dimensione e colore all’insetto reale, più alte sono le possibilità di successo. La cosa più importante è che la mosca non venga "trascinata” in modo innaturale . Con la mosca secca è possibile ingannare soprattutto quei pesci che nuotano verso la superficie dell’acqua appena vedono degli insetti su di essa. Come attrezzatura per la pesca con la mosca secca consigliamo, a seconda della larghezza dell’acqua, una canna da mosca con 7,6 o 9 piedi di lunghezza con una veloce azione di punta, adatta ad una classe di coda del #3 o del #5.

2. Pesca a mosca con la ninfa
E' più facile ingannare i pesci con la ninfa al posto della mosca secca. Questa tecnica non è vista di buon occhio da parte di molti pescatori a mosca.  Nella pesca a mosca con la ninfa si pesca con mosche artificiali, le quali affondano più o meno velocemente nell’acqua, per imitare lo stadio di larva degli insetti, soprattutto sul fondale. Queste mosche si chiamano ninfe e spesso sono zavorrate con filo di piombo direttamente sull’amo, ma anche con perle di ottone o di tungsteno, così da permettere la pesca anche in tratti d’acqua più fondi. Per raggiungere velocemente la profondità desiderata, oltre al peso delle ninfa, è anche necessario fare scorrere la coda liberamente.  Per la classica pesca a mosca con la ninfa, generalmente è necessaria una canna un pò più lunga con un’azione veloce, ma progressiva. In questo modo è possibile effettuare i soliti lanci "roller” e speciali della pesca con la ninfa più facilmente che con una canna corta con azione di punta. A seconda della larghezza dell’acqua, consigliamo una canna da mosca con 9 o 10 piedi di lunghezza, adatta ad una classe di coda del #4 fino al #5 (cioè dal #2 al #3 per il czech nymphing). Una coda di topo galleggiante con un profilo WF (weigth forward – con una zavorra sul terminale) è l’ideale per la classica pesca con la ninfa. Il terminale ideale è composto da una combinazione di due spessori di fluorocarbon, collegati con un micro tippet ring. Il fluorocarbon è quasi trasparente e, al contrario del monofilo normale, non galleggia. La parte più grossa del terminale è di circa 1/3 e la parte più fina di circa 2/3 della lunghezza complessiva di 3-4 metri. Una combinazione per acque veloci è di 0,22 mm + 0,18 mm e per correnti moderate di 0,22 mm + 0,16 mm. In caso di trote alquanto timide in acque abbastanza veloci è consigliabile una combinazione di 0,20 mm + 0,14 mm. Nella pesca a mosca con la ninfa spesso viene attaccata una seconda ninfa più piccola e leggera a 50-70 cm sopra quella pesante mediante un bracciolo di 8-15 cm. Questa seconda ninfa è spesso molto efficace, ma non sempre è permesso nelle acque da mosca. Nella pesca con la ninfa è caldamente consigliabile un aiuto visivo, detto anche segnalatore di abboccata o strike indicator, il quale segna al pescatore a mosca le timide abboccate nelle acque più profonde, permettendo una tempestiva reazione per non perdere le beccate. Un piccolo consiglio: se le trote dovessero beccare il segnalatore al posto della ninfa, è giunta l’ora di continuare la pesca con la mosca secca. Terminali conici senza nodi non sono l’ideale per la classica pesca con la ninfa, dato che sono molto spessi sulla parte superiore (0,50 mm e più) e di conseguenza hanno una grande resistenza all’acqua che impedisce un rapido affondare della ninfa. Nella classica pesca a mosca con la ninfa ci si muove controcorrente, lanciando leggermente di lato controcorrente, lasciando scorrere la ninfa in modo naturale il più velocemente possibile. L’obiettivo è quello di sondare sistematicamente tutte le zone promettenti. Naturalmente esistono molte altre tecniche per la pesca classica con la ninfa. Inoltre è anche opportuno uno sguardo sulle diverse moderne tecniche di pesca con la ninfa, dato che in ambito internazionale si sono evoluti molti metodi interessanti straordinariamente efficaci: Per esempio la pesca con la ninfa alla francese unisce tre diversi metodi: la pesca a mosca con la ninfa a vista (nymphe à vue), la combinazione di ninfa e mosca secca (sèche-nymphe) nonché il vero e proprio french nymphing (nymphe au fil), nel quale si usa un terminale lunghissimo (5-7 m). Il successo dei pescatori con la ninfa dell’Europa orientale alle gare di pesca a mosca internazionali degli ultimi anni, ha reso popolare in tutto il mondo la pesca a mosca con la "ninfa corta” (short nymphing). Con queste tecniche si pesca ad una distanza molto breve e la lenza ha pochissima importanza come peso di lancio. La pesca con la ninfa alla ceca (czech nymphing), alla polacca (polish nymphing) nonché quella moderna all'americana (high stick nymphing) sono da considerare una parte della pesca a mosca con la ninfa corta (short nymphing).

 3. Pesca a mosca con lo streamer
 La pesca a mosca con lo streamer è stata osservata con diffida per molto tempo dai puristi della pesca con la mosca, dato che questa tecnica ha poco in comune con l’estetica della pesca con la mosca secca. Però la pesca con lo streamer si è affermata abbastanza bene, forse perché con essa è possibile ottenere ottimi risultati su trote gigantesche, salmoni del Danubio e lucci. Soprattutto in primavera è possibile ingannare con lo streamer grosse trote fario e marmorate. Streamer sono mosche artificiali abbastanza grandi che imitano piccoli pesci da preda come sanguinerole e scazzoni o animano all’attacco i pesci predatori con i loro colori vivi. La maggior parte degli streamer sono zavorrati, ma esistono anche modelli senza zavorra e streamer galleggianti come per esempio i "boobies”. Per la pesca a mosca con lo streamer consigliamo una canna da mosca abbastanza rigida con una lunghezza di 9 piedi, adatta ad una classe di coda dal #6 al #7. Si è rivelata ideale la coda galleggiante WF con la punta affondante. In alternativa, è possibile usare in acque con poca corrente una coda di topo galleggiante, se si appesantisce il terminale con pasta al tungsteno in qualche punto, preferibilmente a circa 50 cm dallo streamer. Per il terminale si adatta un comune monofilo o fluorcarbon con uno spessore di 0,22-0,28 mm ed una lunghezza di 1,5-2,5 m. È opportuno fissare lo streamer con un’asola al terminale (p.es. con un nodo Rapala), per permettergli di muoversi liberamente nell’acqua. Nella classica pesca con lo streamer ci si muove con la corrente, lanciando lo streamer di lato verso la sponda opposta, lasciandolo scorrere e riaffiorare in pace, magari dandogli un po’ di coda, e poi lo si recupera lentamente con degli piccoli strappi e delle brevi pause. Spesso la beccata è molto brusca ed energica!

 4. Pesca a mosca con la mosca sommersa
 Nonostante la pesca a mosca con la mosca sommersa sia il metodo più antico di questa nobile arte, purtroppo oggigiorno viene piuttosto trascurato. Le sommerse sono mosche artificiali che sono costruite con materiali non galleggianti e di conseguenza affondano più o meno rapidamente, a seconda della velocità dell’acqua. Al contrario della maggior parte delle ninfe, queste mosche vengono fatte senza zavorra. In questo modo le sommerse imitano insetti morti che scorrono nell’acqua o insetti che emergono per fare la metamorfosi