Simonov SKS con scheda tecnica
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Sergei Gavrilovich Simonov non è un uomo comune. E' un "self made man" sovietico. Nato nel 1894, comincia a lavorare in fonderia appena finite le scuole elementari. Continua comunque a studiare, e frequenta un corso di tecnica meccanica che lo porterà a collaborare nel 1917 con il progettista Federov, con il quale lavora al perfezionamento del "Federov Avtomaticheskaya Vintovka Federova, 1916g" (Fucile Automatico Federov 1916).
Dopo la Rivoluzione d'Ottobre continua a studiare, stavolta all'Istituto Politecnico di Mosca. Nel 1924, a 28 anni, comincia a lavorare all'Arsenale di Tula. Nel 1926 è un ispettore del Reparto Controllo Qualità e nel 1927 Federov, che è uno dei responsabili del Reparto Progettazione e Sviluppo, lo chiama a lavorare nel suo reparto.
Lo sviluppo dell'SKS.
Nel 1907 Vladimir Federov scrive "Avtomaticheskogo Oruzhie" ("armi automatiche"), nel quale sostiene la necessità dello sviluppo di un fucile semiautomatico leggero per sostituire il valido ma ormai obsoleto Mosin Nagant, arma di ordinanza dell'esercito zarista. Sia pure con tanti anni di ritardo, la Storia ha poi dato ragione alle sue tesi quando i modelli SKS ed AK sono diventati la colonna portante dell'armamento sovietico.
Sempre nel 1907 Federov e Vasily Alekseyevich Degtyarve svilupparono un fucile semiautomatico abbastanza valido, salvo alcuni problemi di alimentazione e di affidabilità che furono attribuiti dai progettisti all'utilizzo della munizione 7,62x54, munizione sovietica di ordinanza di tipo "rimmed" sviluppata nel 1891 per l'utilizzo nei bolt-action Mosin Nagant. Malgrado i problemi riscontrati nel prototipo, i militari chiesero a Federov di proseguire nello sviluppo dell'arma.
Federov non si fece pregare e continuò lo sviluppo del semiautomatico usando una munizione molto diversa dalla 7,62x54, ovvero la giapponese Meiji calibro 6,5x50 mm. Il risultato fu un successo e l'arma fu accettata con la denominazione di "Federov Avtomat 1916" (FA-16).
Alcuni FA-16 furono anche utilizzati in ambito bellico alla fine della I GM, ma sul campo l'arma fu deludente; in condizioni di uso bellico, con l'arma sporca, si verificavano ancora i problemi già visti sul primo prototipo, ovvero problemi di alimentazione e di mancata accensione dell'innesco.
La fine del Federov Avtomat 1916 avvenne più per motivi politici che per le reali carenze dell'arma. Federov non amava troppo i comunisti che avevano preso il potere nel 1917, e l'antipatia era ricambiata. L'assenza di "amicizie politiche", assieme alla presenza di grandi quantità di munizioni in calibro 7,62x54 contribuirono alla contemporanea "caduta" di Federov e della munizione 6,5x50.
I progettisti di armi sovietici furono spinti dal "regime" a dedicare le proprie energie allo sviluppo di un semiautomatico per uso militare che utilizzasse le munizioni 7,62x54 già in uso.
Il passo successivo nello sviluppo dell'SKS avvenne nel maggio 1935, quando l'esercito sovietico indisse una gara per lo sviluppo si un nuovo fucile semiautomatico per la fanteria. Sergei Gavrilovich Simonov partecipò alla selezione ed il suo progetto fu accettato con la denominazione "Avtomaticheskaya Vintovka Sistemi Obrazets 1936" (Fucile Semiautomatico Simonov modello 1936) o AVS-36.
L'AVS-36 era stato progettato per montare un caricatore intercambiabile da 15 colpi, ma il fucile durante i test manifestò parecchi inconvenienti specialmente se usato a lungo in modalità full-auto. Inoltre, probabilmente a causa della eccessiva potenza della munizione 7,62x54, furono riscontrati alcuni problemi di "fatica del metallo".
Fu allora che Feodor Vasilevich Tokarev presentò il progetto dell'SVT-38, che utilizzava un caricatore da 10 colpi. In effetti l'SVT-38 aveva meno problemi di funzionamento dell'AVS-36, e soprattutto Tokarev godeva, contrariamente a Simonov, dell'appoggio di Stalin... e l'SVT-38 fu preferito all'AVS-36 per la produzione militare, fino alla sostituzione con l'SVT-40. Maggiori notizie sull'SVT possono essere trovate nella scheda apposita.
Durante la II guerra mondiale Simonov non rimase inoperoso, e progettò il fucile anticarro PTRS, un ottimo "fucile pesante" in calibro 14,5x114 mm., e lavorò anche su un mitragliatore (che non ebbe successo) basato sulla munizione 7,62x25 Tokarev. Dalla "riduzione" del disegno del PTRS, unito alla munizione "corta" era stata tracciata la via per la nascita dell'SKS.
Nel 1943 i sovietici avevano sviluppato la munizione 7,62x39, ed il fucile semiautomatico SKS utilizzava questa munizione. L'arma fu sperimentata in "prove di tiro sul campo" in Bielorussia nel 1944 e dopo qualche perplessità fu ufficialmente adottata con la denominazione "7.62 Samozaryadnyi Karabin Sisyemi Simonova Obrazets 1945g" (Carabina Semiautomatica Simonov modello 1945 calibro 7,62), o SKS-45, e fu scelta in sostituzione del Tokarev SVT-40.
La produzione in grande serie iniziò nel 1949 all'Arsenale di Tula, e proseguì (in URSS) fino al 1955.
Le principali carenze dell'SKS erano l'assenza della modalità full-auto e l'assenza di un caricatore amovibile.
Fu per l'eliminazione di queste carenze che Michail Timofeyevich Kalishnikov progettò, ispirandosi fortemente all'SKS-45, il suo "Avtomat Kalishnikova Obrazets 1947" o AK-47.
Nel 1953 l'SKS-45 fu sostituito, come arma standard dell'Armata Rossa, dall'AK-47.
Anche dopo essere stato rimpiazzata dall'AK-47, la carabina SKS continuò ad essere prodotta per due anni e fu adottata da numerosi Paesi del Blocco Comunista, che in molti casi cominciarono a produrla autonomamente, come la DDR (denominata Karabiner-S), il Nord Corea (denominata Carabina Tipo 63), la Jugoslavia (fucile M59/66) e la Repubblica Popolare Cinese (denominata Carabina tipo 56).
Numerose altre nazioni adottarono la carabina SKS pur senza avere il permesso di produrla, come Afghanistan, Albania, Congo, Indonesia, Iraq, Laos, Forze Paramilitari Libanesi, Mongolia, Marocco, Egitto, Vietnam e Yemen.
In particolare la Repubblica Popolare Cinese non si è limitata a produrre l'SKS con la denominazione di Carabina Tipo 56, ma ha sviluppato un derivato dotato di funzionalità full-auto, denominata Tipo 68/72, che è facilmente identificabile dalla leva del selettore di raffica. Per la cronaca, negli anni 80 i cinesi stavano ancora sperimentando nuove variazioni dell'SKS.
Quello che purtroppo i cinesi non hanno mai modificato è quell'orribile baionetta a forma di spiedo che, fortunatamente, i sovietici hanno invece abbandonato dopo pochi mesi di produzione.
Durante il periodo delle Guerra Fredda, in USA l'SKS era così raro che l'ATF (Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms) lo inserì nella lista dei fucili rari, la spesso citata "Curio and Relics List". Oggi è uno dei fucili "stranieri" più diffusi in USA, ed i cinesi ancora lo producono per il mercato civile (il Norinco SKS).
Viene spontaneo chiedersi quali siano le ragioni che hanno decretato il successo di quest'arma e si scopre che il segreto sta nella estrema versatilità e nella facilità di "customizzazione". In USA ci sono decine di siti che vendono accessori aftermarket per l'SKS, si va dai calci "da caccia" in materiale polimerico, ai copri-culatta dotati di slitta weaver per l'attacco dell'ottica, ai freni di bocca... e si arriva alle elaborazioni estreme che lo trasformano in un fucile bull-pup dotato di ottica, con caricatore da 30 colpi e magari anche full-auto.
Scheda tecnica
Munizione: 7.62x39 russa
Modo Operativo: Semi-automatico,a recupero gas
Alimentazione: caricatore interno da 10 colpi
Peso (scarico): 3,85kg
Lunghezza: 102,1 cm
Canna: 52,1 cm
Rigatura: 4 rigature, destrorse
Velocità della munizione alla bocca: 735 m/sec
Cadenza di fuoco: 20 colpi/minuto
Distanza effettiva massima: 400 m
About author: armiusate
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