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Imparare a sparare

E' improbabile imparare a sparare leggendo un articolo,ma la conoscenza di alcuni trucchetti potrebbero aiutare a capire dove sta l'errore che porta sempre fare qualche buco nella parte bianca del bersaglio.


Infatti a noi per il momento basta stare almeno nel nero con tutti i colpi quanti essi siano. In futuro, col tempo e l'allenamento, sicuramente potremo migliorarci.

Tutti sappiamo come deve essere posto il mirino all'interno della tacca di mira, perfettamente al centro e alla giusta altezza, perfettamente centrato ed allineato.
Ecco però due modi di portare l'insieme di tacca e mirino nel bersaglio: nel primo caso l'arma è tarata per il tiro sportivo (tiro a segno), si mantiene tutto al di sotto del nero, perché i riferimenti bianchi del bersaglio che compaiono tra mirino e tacca sono più evidenti, mentre nel secondo rimangono fortemente oscurati anche se però in questo caso è più istintivo (quando andiamo a mirare un bersaglio tendiamo sempre a tagliarlo con il mirino).
Con questo ricordiamo che molte armi sono tarate come nella prima figura ma moltissime altre come nella seconda.
La differenza non è essenziale:c'è chi si abituato a sparare con mirino a tagliare anche in gara senza mai aver avuto problemi.
Anzi i problemi sorgono quando con l'arma tarata sotto il nero bisogna colpire qualcosa che non è della dimensione del cerchio TSN classico ma un birillo:quanto sotto bisogna mirare?
Nelle gare di grosso calibro i bersagli per il tiro mirato sono diversi da quelli per il tiro celere,ed ecco che allora torna utile mirare al centro.
E ora la cosa più importante: l'impugnatura e la pressione sul grilletto.
L'arma con la sua impugnatura deve cadere nell'incavo tra pollice e indice e quando tendiamo il braccio deve essere in asse con questo, cioè la linea immaginaria che parte dalla spalla finisce senza curve sul mirino. Il dito indice preme sul grilletto appena dopo l'inizio dell'ultima falange e il muscolo che tende a gonfiare durante la pressione nel nostro palmo della mano, proprio all'inizio del dito indice non dovrebbe toccare l'impugnatura, gonfiando con lo sforzo tende a spostare l'asse di tiro, la presa sarà ferma ma non forzata, le dita che tengono l'arma saranno solo parte del pollice, il medio e l'anulare; inutile dire che la pressione deve essere graduale senza strappi e non bisogna mai distogliere lo sguardo dalle mire (il bersaglio resterà sfocato sullo sfondo). Teoricamente il grilletto dovrebbe essere premuto da uno sconoscuto, mentre il tiratore si concentra a mantenere l'arma esattamente nella posizione prima dello sparo che per altro non bisogna sapere quando avverrà.
Se saremo stati attenti e verremo sorpresi dallo sparo il colpo sicuramente andrà a segno.
Forzare volontariamente la pressione sul grilletto non porta a buoni risultati.
La posizione del corpo deve essere comoda, un semplice modo per trovare la posizione è il seguente: nella piazzola di tiro di fronte al bersaglio impugnate l'arma, guardate il bersaglio poi chiudete gli occhi e puntate l'arma verso il bersaglio; ora aprite gli occhi e controllate se l'arma è a sinistra o a destra del bersaglio e ruotate il corpo, compresi i piedi portando l'arma al punto giusto, ripetete due o tre volte la manovra fino ad essere nella posizione cercata......dovreste riuscire ad alzare l'arma entrando almeno nel nero con le mire.
Assicuratevi che l'arma sia tarata per voi, spesso lasciamo che altri ci tarino l'arma ma se questi portano occhiali o lenti a contatto, se hanno una vista diversa dalla nostra, l'arma potrebbe non sparare dove noi miriamo. Teniamo ferma l'arma appoggiata sul banco e proviamo così, se facciamo centro l'arma è a posto, altrimenti basterà regolare la tacca di mira. Ricordiamo inoltre che alle distanze a cui spariamo con un'arma corta la taratura fatta a 25 mt. va bene anche a 10 come a 40 o 50, solo per tiro oltre questa distanza potrebbe essere necessario regolare nuovamente la tacca di mira.
Vi sono anche periodi in cui è più o meno semplice colpire un bersaglio, i mesi caldi contribuiscono al tiro mentre quelli più rigidi costringono ad una concentrazione maggiore, lo stato d'animo, le stesse scarpe se strette e alte, il vicino di piazzola un po' chiassoso, le gare poi fuori casa riducono il punteggio anche del 20%, il sole sui bersagli o troppa luce sulle mire.
Il tiro con armi ad aria compressa è molto utile per avere un'idea dell'errore durante lo sparo, queste non avendo rinculo permettono di vedere l'errore anche da parte dello stesso tiratore senza bisogno di istruttore.

IL TIRO CON LA PISTOLA



l tiro a segno con la pistola è uno sport estremamente vario; per poterlo praticare è indispensabile appropriarsi dei suoi concetti di base. Se siete rimasti colpiti dal fascino delle forme più avanzate di questo sport, per praticano senza trovano frustrante e ostico occorre conoscere le basi tecniche. Anche quelli tra voi che possiedono già una buona tecnica di tiro potranno beneficiare di un piccolo ripasso.

Fino a poco tempo fa, molti tiratori venivano allenati a un livello elementare e seguivano consigli spesso contraddittori. Come conseguenza molti di loro hanno sviluppato errori di impostazione cronici che impediscono di progredire da un punto di vista tecnico. Oggi la situazione è migliorata, tuttavia molti tiratori devono ancora fare i conti con consigli e indicazioni impartiti da "allenatori" che conoscono poco, o per niente, le più moderne ed efficaci tecniche di addestramento. In questa pagina presenterò ai tiratori i principi fondamentali del tiro con la pistola. Una volta che vi sarete impossessati di questi concetti potrete costruire, sulla loro base, quelle abilità supplementari necessarie per competizioni più specialistiche.

Tecniche di base

Parliamo delle posizioni da assumere, impugnatura, controllo della respirazione e dello scatto. Quelle che vi propongo sono le basi tecniche degli anni ‘80 aggiornate: alcune regole sono cambiate, ma la tecnica è sempre la stessa.

La posizione

Prima di sparare è indispensabile che assumiate una corretta posizione. Dovete essere bilanciati, fermi ma senza forzature, la vostra mano dovrà impugnare l’arma e puntarla verso il bersaglio in modo assolutamente naturale. La collocazione di piedi, corpo, braccia e testa è la posizione che dovrà essere adottata ogni volta che sparerete. Non esistono regole assolute per stabilire la posizione ideale; sarete voi a dover trovare quella più adatta alla vostra struttura fisica. I piedi vanno posti in modo da farvi assumere una posizione comoda, distanti tra loro quanto lo sono le estremità delle spalle. Il peso del corpo deve essere distribuito uniformemente sulle piante dei piedi. La parte superiore del corpo deve essere verticale con il torso leggermente inclinato all’indietro per bilanciare il peso del braccio disteso che regge l’arma; il gomito non deve essere piegato. La parte superiore del corpo deve essere irrigidita ma senza forzature; ogni movimento laterale deve partire dall’anca e non dalle spalle. La direzione del braccio e della mano che impugnano l’arma deve essere modificata solo cambiando la posizione dei piedi o variando il centro di gravità del corpo, finché non ci si trova in linea con il bersaglio. Se userete le spalle o il gomito per portarvi sul bersaglio, il braccio tenderà a ritornare nella sua posizione naturale sotto lo stress della mira e dello sparo, e a quel punto non sarete più sulla linea del bersaglio. Per arrivare alla posizione ideale dovrete iniziare a puntare la pistola verso il bersaglio. Dopo averla impugnata abbassatela e chiudete gli occhi. Alzate la pistola, puntatela e aprite gli occhi. Se l’arma è fuori dalla linea di mira, spostate i piedi fino a riportarla sul bersaglio. I tiratori destri devono spostare il piede sinistro nella direzione opposta a quella dell’errore e quindi spostare quello destro per recuperare la giusta stabilità. Ripetete questa procedura finché la pistola sarà puntata naturalmente verso il bersaglio quando la alzerete ad occhi chiusi. La testa deve essere allo stesso livello della linea di mira: inclinandola in avanti o all’indietro si affaticheranno inutilmente gli occhi. Il viso deve essere rivolto al bersaglio senza forzare sui muscoli del collo. Evitate la posizione aperta (rivolgendo il petto parallelo al bersaglio) o troppo chiusa (rivolgendo al bersaglio il solo fianco). Nella prima il braccio è insufficientemente supportato dalla muscolatura delle spalle; nella seconda la torsione dei muscoli del collo impedisce una sufficiente irrorazione sanguigna provocando facilmente dei crampi. Molti manuali suggeriscono di adottare una posizione a metà strada tra questi estremi, ad esempio ponendosi ad un angolo di circa 45° con il bersaglio. Negli ultimi anni comunque questa posizione è stata gradualmente rifiutata dai più grandi tiratori e ora si tende ad assumere una posizione in linea con il bersaglio. E’ la posizione da me adottata per una ragione semplice: è estremamente stabile. Il rinculo dell’arma si scarica lungo il braccio e sulla spalla. In questa posizione una eventuale rotazione del corpo non infiuenzerà l’angolo del braccio e la posizione della pistola. Tirando con il petto parallelo al bersaglio invece, ogni piccola rotazione del torso provocherà una variazione dell’angolo del braccio. In questa posizione inoltre il rinculo è assorbito solo dal braccio che sostiene l’arma, provocando un movimento più ampio. Non dovete assolutamente preoccuparvi della vostra mano libera durante la mira e il tiro. Molti tiratori tengono la mano libera in una tasca della giacca o dei pantaloni, oppure la agganciano con il pollice alla cintura. Così facendo si impedisce alla spalla del braccio libero di curvarsi. Dovrete mantenere il corpo piuttosto rigido ma non tanto da far risultare la posizione scomoda. I muscoli non direttamente coinvolti nell’azione devono essere rilassati per evitare qualsiasi sforzo superfluo. Per esempio i muscoli addominali e i glutei dovranno essere rilassati mentre la mano libera non dovrà essere stretta a pugno.

L’impugnatura

Prima di mirare è necessario impugnare correttamente l’arma. Se descrivessi la varietà di impugnatare presenti sul mercato dovrei scrivere un libro; tuttavia molte di quelle che vengono montate di serie sulle pistole sono inadeguate per il tiro a segno. Nonostante i recenti progressi, nessuna di queste impugnature può andare bene per tutti: non esistono due tiratori che abbiano la stessa mano. Per impugnare correttamente la vostra pistola dovrete modificare le guancette di serie o sostituirle completamente. Esistono molti fabbricanti specializzati in impugnature custom ma molti tiratori preferiscono farsele da soli. Se l’impugnatura è realizzata correttamente, la "V" formata dal pollice e l’indice sarà divisa esattamente in due parti dall’asse della canna. La mano avvolgerà comodamente l’impugnatura e ogni parte della mano, ad eccezione del dito indice, sarà in contatto con le guancette. La parte inferiore del fusto sarà appoggiata comodamente sul dito medio. Attraverso l’impugnatura il peso dell’arma viene trasferito alla mano che la sostiene, quindi il centro di gravità deve essere situato in corrispondenza delle tre dita situate sotto il ponticello del grilletto. Dovrete mantenere la pistola premuta contro il vostro pollice agendo con le tre dita libere. La pressione esercitata dal mignolo deve essere minore rispetto a quella delle altre dita. L’indice, il dito che preme il grilletto, deve essere libero di muoversi senza toccare il fusto o l’impugnatura. Il pollice deve essere mantenuto rilassato lungo il fusto senza esercitare alcuna pressione; le impugnature realizzate correttamente dispongono sempre di un appoggio per il pollice. L’impugnatura deve permettere di tenere l’arma il più in alto possibile, in modo da diminuire il braccio di leva. Quando puntate la pistola sul bersaglio, dopo aver assunto la corretta posizione di tiro, la canna dovrà trovarsi in linea con l’occhio con cui miriamo. In caso contrario l’impugnatura è sbagliata e dovrà essere sagomata nuovamente. L’angolo dell’impugnatura deve farci portare istintivamente la canna in linea con gli organi di mira, senza superflue torsioni del polso. Per eseguire la corretta impugnatura, afferrate la pistola per la canna con la mano sinistra e premetela nel palmo della destra (per i mancini vale ovviamente il contrario). Chiudete le dita intorno all’impugnatura assicurandovi che la parte superiore del dito medio sia a contatto con la parte inferiore della guardia del grilletto e che l’indice sia completamente libero. Mentre premete l’arma nel palmo con l’indice e il pollice aperto, la pelle della V formata dalle due dita dovrà cedere un po’ di spazio all’impugnatura. Smettete di premere lasciando che l’elasticità della pelle respinga leggermente la pistola ed otterrete una buona impugnatura che andrà subito verificata facendo la prova ad occhi chiusi descritta precedentemente. La posizione e la forza della presa devono essere costanti per ogni colpo sparato. Maggiore è la forza, migliore sarà il controllo sull’arma... fino a un certo punto. La pressione esercitata sull’impugnatura è in diretta relazione con quella applicata sul grilletto. Il mignolo e le punte di anulare e medio devono esercitare una pressione minima, altrimenti tenderemo a mandare i colpi verso il basso. Tra un colpo e l’altro allentate la presa e lasciate che il sangue circoli nella mano; di tanto in tanto posate la pistola. Questo farà si che il contorno della mano, che può variare in presenza di calore, resti costante. In climi molto caldi strofinatevi spesso la mano con una salvietta umida in modo da abbassarne la temperatura.

Controllo della respirazione

La respirazione provoca il movimento del braccio che sostiene la pistola, quindi al momento dello sparo è indispensabile smettere di respirare. Prima di portare la pistola sulla linea di mira inspirate ed espirate normalmente alcune volte. La respirazione forzata, detta iperventilazione, è da evitare in quanto aumenta il battito cardiaco. Mentre eseguite l’alzata fate un’inspirazione profonda; sfruttando l’elasticità della gabbia toracica espellete un po’ d’aria mentre prendete la mira. Durante la mira il diaframma deve restare immobile. Se entro sette secondi non avete ancora sparato, abbassate il braccio, fate qualche atto respiratorio e ripetete la sequenza. Un accurato allenamento aumenterà la capacità dei polmoni e il livello di ossigenazione del sangue.

La punteria

Se adotterete una posizione e una impugnatura corrette, la vostra pistola sarà quasi esattamente sul bersaglio non appena la alzerete. Una piccola correzione della linea di mira vi consentirà una buona inquadratura del bersaglio. Il bordo superiore del mirino deve essere allineato con quelli della tacca di mira. Gli spazi vuoti (luci) tra i bordi laterali del mirino e quelli della tacca devono essere uguali. Memorizzate la corretta inquadratura del mirino e tenetene un disegno nella cassetta della pistola per poterlo guardare tra un colpo e l’altro. Ricordatevi sempre che l’occhio deve mettere a fuoco gli organi di mira. L’occhio non potrà mai mettere a fuoco gli organi di mira e contemporaneamente anche il bersaglio e se non metterete a fuoco tacca e mirino non capirete mai se le avete allineate correttamente. Un’altra cosa da ricordare è che il più piccolo errore di mira si ingigantirà nel momento in cui il proiettile avrà raggiunto il bersaglio. Iniziate a concentrarvi sul mirino, assicurandovi che appaia perfettamente a fuoco. Con l’esperienza imparerete ad utilizzare il riflesso di accomodamento per mantenere a fuoco sia tacca che mirino. La mira consiste nel posizionare correttamente tacca e mirino in relazione con un punto stabilito del bersaglio. Se gli organi di mira sono allineati al centro e lo scatto viene eseguito correttamente, il proiettile colpirà il bersaglio nel punto desiderato. Normalmente dovrete mirare un punto situato sotto il centro che sia facile da individuare (mira alle sei). Se si mirasse al centro del bersaglio, il profilo degli organi di mira si confonderebbe con la figura del bersaglio e sarebbe difficolto so mantenerli a fuoco. Se invece il vostro punto di mira è troppo distante dal punto di impatto, sarebbe problematico mantenere con precisione questa distanza e potrebbe verificarsi anche un errore di mira laterale. La distanza ideale è un terzo di quella tra il punto di mira e la base del bersaglio. In ogni caso l’importanza del punto di mira è secondaria rispetto a quella del corretto allineamento di tacca e mirino. Gli errori nella scelta del punto di mira possono essere risolti facilmente e quindi sono tollerabili. Per mirare dovrete servirvi del vostro occhio dominante. Per scoprire quale sia dovrete fare un piccolo esperimento; formate un anello con il pollice e l’indice e tenendo la mano a circa 40 centimetri dal volto, inquadrate un piccolo oggetto con entrambi gli occhi aperti. Tenendo ferma la mano chiudete alternativamente gli occhi. L’occhio con cui vedrete l’oggetto al centro dell’anello è quello dominante. Molti tiratori mirano sfruttando la visione monoculare, tenendo aperto l’occhio dominante e chiudendo l’altro. Comunque lo sforzo necessario a mantenere un occhio completamente chiuso indebolisce la concentrazione e contrae i muscoli facciali. fl mio consiglio è di mantenere aperti entrambi gli occhi; il fattore distrazione creato dall’occhio debole può essere evitato coprendolo con un dischetto semitrasparente che permetterà alla luce di raggiungere entrambi gli occhi e aumenterà la profondità divisione. Inoltre un occhio che rimane chiuso tende a dilatare completamente la pupilla creando una notevole disparità tra i due organi visivi che l’organismo compensa allargando leggermente anche la pupilla dell’occhio che rimane aperto. Gli organi di mira della vostra pistola dovranno essere di dimensioni ragionevoli, altrimenti sarà difficile riuscire a metterli a fuoco correttamente. Il mirino deve essere largo e rettangolare, l’apertura della tacca di mira deve avere la stessa forma del mirino. Deve risultare facile centrare il mirino nella tacca e le strisce di luce visibili ai due lati del mirino dovrebbero misurare un terzo della sua larghezza. Gli organi di mira delle pistole da tiro sono regolabili e il punto di impatto può essere alterato regolando la loro derivazione ed elevazione. Non tutte le viti di regolazione funzionano allo stesso modo; sarà quindi utile annotarne il funzionamento e portare sempre con se i relativi appunti. Gran parte dei tiratori preferiscono riferimenti colorati sugli organi di mira, soprattutto se hanno l’abitudine di mirare al centro del bersaglio (una tecnica correntemente utilizzata nell’allenamento al tiro da difesa); in questo caso i riferimenti contribuiscono ad aumentare il contrasto tra organi di mira e bersaglio. Visto che questa tecnica di mira non ci riguarda, vi consiglio di scegliere organi di mira neri opachi che danno una visione più definita. Dal momento che è praticamente impossibile tenere la pistola perfettamente immobile, la posizione di mira raffigurata nelle illustrazioni deve considerarsi come momentanea. Per tirare il grilletto ci vuole più di un momento per cui la pistola si muoverà anche durante la mira. Questo movimento deve essere mantenuto in un’area circoscritta situata sotto il bersaglio. Chiameremo questa porzione del bersaglio area di mira. Dovrete scegliere un punto posto sotto il barilotto, lasciando una piccola zona scoperta tra gli organi di mira e il bordo inferiore del nero. Con l’allenamento la vostra pistola si muoverà sempre meno e l’area di mira si ridurrà di conseguenza. Sfruttando questa tecnica troverete più facile concentrarvi sull’allineamento delle mire in quanto potrete preoccuparvi meno della reciprocità tra gli organi e il punto mirato. Inoltre il movimento della pistola apparirà più ridotto, dandovi modo di concentrarvi sullo scatto.

Controllo dello scatto

Lo scatto controllato del grilletto è il punto focale del tiro a segno. La perfezione in tutti gli altri aspetti della tecnica non vale nulla se lo scatto è effettuato in modo sbagliato, perché in questo caso verrà influenzata negativamente anche la tenuta in mira. Il dito che preme il grilletto deve applicare una pressione sul grilletto perfettamente in asse con la linea di mira; per ottenere questo è indispensabile un perfetto posizionamento del dito, con il centro del polpastrello a contatto con il grilletto. Questo perché il polpastrello si muove perpendicolarmente al grilletto mentre le altre parti del dito formano un arco. In questa posizione il dito indice non tocca il fusto o l’impugnatura dell’arma.

Se la forza esercitata sul grilletto non è assiale, si provocherà uno spostamento indesiderato della canna; se il dito indice è a contatto con il fusto o le guancette, i muscoli alla base del dito eserciteranno una pressione su un lato dell’arma che la devierà dalla linea di mira al momento dello scatto. La pressione applicata al grilletto deve essere leggera e progressiva finché non si è superato il momento dello scatto. Lo scatto deve essere coordinato in modo da cadere in quello che si definisce il periodo ottimale.

Sopra è possibile vedere il "periodo ottimale" il tempo utile per sparare, individuabile tra i 4 e 7 secondi dopo aver alzato il braccio per puntare l'arma.

Coordinare i movimenti

Fino ad ora abbiamo esaminato le singole componenti della tecnica di tiro. Tutti questi concetti devono essere fusi simultaneamente nell’atto di mirare e scattare. Se esiterete a premere il grilletto quando le mire appaiono ferme, con il passare dei secondi perderete stabilità. Tenere la pistola immobile e collimata sul bersaglio è un atto statico mentre premere il grilletto è un atto dinamico, quindi, usando una sola mano, dovrete coordinare elementi statici e dinamici. Per ottenere il massimo è meglio iniziare le due azioni contemporaneamente. Una volta alzata la pistola dovrete iniziare a premere il grilletto mentre eseguite l’allineamento finale delle mire. Una volta raggiunto il punto di mira il colpo dovrà partire quasi di sorpresa. Questo è chiamato tiro inconscio. Un tiro cosciente, ovvero uno scatto deliberato nel momento in cui pensate di essere perfettamente in mira è un errore. Lo sforzo di scattare nel momento in cui riteniamo che l’arma sia puntata correttamente provocherà inevitabilmente uno strappo al momento della partenza del colpo. Il tempo impiegato per mirare e scattare è fondamentale. Se è troppo breve difficilmente potrà essere inconscio, se è troppo lungo l’affaticamento dei muscoli e la ipossigenazione renderanno la mira instabile, diventerà difficile mantenere a fuoco le mire e resistere al bisogno di inspirare. Quindi il colpo deve partire nel periodo ottimale, quando tutti i fattori sono a nostro vantaggio; questo periodo mediamente è compreso tra i quattro e i sette secondi. Uno degli sbagli più comuni nel tiro a segno con la pistola consiste nello sparare coscientemente dopo che si è consumato il periodo ottimale. Questa è una reazione creata dal panico e invariabilmente si trasforma in un colpo sciupato. E’ molto meglio fare molteplici sforzi per ottenere un bel colpo piuttosto che tirarne uno a casaccio. Attenti però a non essere esageratamente cauti perché questo potrebbe originare la cosiddetta timidezza da grilletto, ovvero l’incapacità di premerlo durante il periodo ottimale. Per superare questa esitazione è indispensabile iniziare la trazione del grilletto fin dall’inizio dell’alzata; stringere l’impugnatura vi aiuterà.

Per riassumere:

• Il vostro occhio dominante deve mettere a fuoco solo gli organi di mira che vanno tenuti
perfettamente allineati.

• Gli organi di mira devono essere tenuti nell’area di mira.

• Mentre mantenete la mira premete progressivamente il grilletto.

• Se il colpo non parte durante il periodo ottimale, ripetete la sequenza.



L’esame definitivo

La partenza del colpo non deve essere considerata l’ultima fase della azione. Dopo aver sparato dovrete continuare a tenere la pistola in punteria, registrando nella vostra memoria l’immagine delle mire corrispondente al momento dello sparo. Lasciate che il rinculo esaurisca il suo effetto e che l’arma ritorni nella posizione che occupava prima che partisse il colpo. Solo a questo punto potrete abbassare il braccio. Se non si segue questa sequenza si rischia di rilassare la mano troppo presto e perdere concentrazione sulle mire per il colpo successivo. Il tiratore che è abituato ad abbassare il braccio non appena parte il colpo, prima o poi si abituerà a farlo prima dello sparo. Anticipare lo sparo mette in tensione i muscoli del braccio e della spalla per opporli all’atteso rinculo, provocando una deviazione più o meno ampia della linea di mira. Rilassando troppo l’impugnatura e l’attenzione sugli organi di mira, si diminuirà la capacità di controllare la pistola al momento dello sparo. Entrambi questi errori sono gravi. (voglio aggiungere a chi ricarica, che è sempre meglio ricaricare cartucce "leggere" piuttosto che dirompenti cannonate, proprio per facilitare questo aspetto del tiro). Per aiutarvi ad ottenere un buon follow through immaginate che il proiettile sia un piccolo razzo che abbandona la canna qualche secondo dopo l’accensione. Durante il follow through dovrete imparare a stimare la probabile posizione del vostro colpo sul bersaglio e quindi verificarla con il cannocchiale. Se non riuscite a memorizzare la posizione delle mire o la vostra stima del punto di impatto è errata, probabilmente non state eseguendo un buon follow through o peggio ancora, non siete concentrati a sufficienza.

Correggere gli errori

Il vostro obiettivo principale nel tiro a segno è colpire il centro del bersaglio. Per quanto possa sembrarvi un’affermazione ovvia, non è detto che questo vi riesca sempre, fondamentalmente per tre motivi:

a) Le vostre munizioni non vanno bene.

b) La vostra pistola non funziona come dovrebbe.

c) Munizioni e pistola funzionano perfettamente ma voi avete commesso un errore.

Le munizioni di fabbrica difficilmente provocano gravi problemi, ma qualche colpo può mostrare un comportamento eccentrico se la palla è danneggiata, se il lotto è molto vecchio, oppure, nel caso di ricariche domestiche, nel caso in cui le procedure per il loro confeziona-mento non siano state seguite in modo preciso. Usate sempre munizioni affidabili, provando quelle che funzionano meglio in tandem con la vostra pistola. Le ricariche vanno usate solo se siete assolutamente certi della loro sicurezza e costanza. E' molto più facile che sia l’arma ad avere un problema: gli organi di mira potrebbero essersi allentati o spostati inavvertitamente. La canna potrebbe essere impiombata creando perdita di precisione (in climi caldi o umidi questo succede molto rapidamente, anche se la canna viene pulita prima di sparare). Esaminate sempre la vostra pistola prima di iniziare l’allenamento, controllando accuratamente che le condizioni sopraelencate non si siano verificate. Pulite regolarmente la vostra arma e ogni tanto fatele fare un "tagliando" da un armaiolo competente. In realtà la maggior parte dei colpi sbagliati può essere attribuita ad errori commessi dal tiratore. Questi possono essere divisi in quattro gruppi fondamentali:

• Errori di mira.

• Errori di scatto.

• Errori di posizione o impugnatura.

• Errori di concentrazione.



Errori di mira

Se l’immagine degli organi di mira è scorretta, l’errore angolare risultante farà in modo che il proiettile colpisca il bersaglio lontano dal centro. Allo stesso modo se le mire sono ben allineate ma sono fuori dall’area di mira quando parte il colpo, un errore parallelo provocherà il medesimo fastidioso risultato. Alcuni tiratori ruotano la pistola, ovvero la tengono leggermente inclinata verso destra o sinistra. Ammesso che questa posizione possa essere mantenuta, questa posizione è più comoda e naturale, tuttavia amplifica gli errori di allineamento delle mire.Anticipando il colpo irrigidendo i muscoli del braccio oppure non eseguendo il follow-through otterremo invariabilmente un colpo in alto. Inoltre i colpi tenderanno anche ad andare a destra se il polso sarà troppo rilassato, a sinistra se ad essere rilassato è il gomito. Se posizionate in modo scorretto il dito sul grilletto lo potrete premere oppure tirare. Il grilletto sarà "premuto" quando questo verrà ad essere azionato con la seconda falange e il risultato sarà un colpo sulla sinistra e spesso troppo alto. Se il contatto tra il dito e il grilletto è invece troppo ridotto, questo sarà "tirato" e il colpo andrà verso destra. Ovviamente per i tiratori mancini il discorso va visto al contrario.

Errori di posizione e impugnatura

Se la vostra posizione è errata vi troverete sbilanciati e dovrete contrarre i muscoli per mantenere una mira corretta. Se la vostra impugnatura è sbagliata otterrete colpi errati.Un’impugnatura troppo debole lascerà che il peso della pistola faccia puntare la canna troppo verso il basso e a sinistra. Benché la mira possa sembrare buona al momento dello sparo la pistola si muoverà, sotto l’effetto del rinculo, nella direzione in cui incontra minore resistenza. Al contrario, se impugnerete con troppa forza l’arma, le dita forzeranno la parte inferiore dell’impugnatura torcendo la canna verso l’alto a destra.

Errori di concentrazione

La più comune causa dei colpi sparpagliati è la mancanza di concentrazione. Se la vostra mente è distratta non vi accorgerete dell’insorgere di errori di mira e i risultati saranno deludenti. Alcuni fattori esterni (fretta, rumore, cambiamenti della luce, vento, preoccupazione, il pensiero rivolto al punteggio) interferiscono seriamente con la vostra abilità di concentrazione. Anche le reazioni da stress possono essere una grave distrazione. Il risultato di una mancanza di concentrazione risulterà sul bersaglio con colpi assolutamente sparpagliati, senza una logica particolare. E’ essenziale che analizziate accuratamente i vostri risultati in modo da determinare la causa dei vostri errori e poterli prevenire evitando che queste cause si ripresentino. Guardatevi sempre dagli errori ma non rassegnatevi al fatto che siano sempre originati da un vostro errore. La maggior parte degli errori, lo ripetiamo, nascono da una tecnica sbagliata, ma c’è sempre la possibilità che qualcosa possa essere andato storto con le munizioni o con l’arma. Quando siete concentrati è molto più facile riuscire ad individuare la vera causa dell’errore. Dovrete analizzare ogni singolo colpo dopo che ha raggiunto il bersaglio e questo deve avvenire sia in allenamento che durante una gara. Progressivamente si formerà nella vostra mente un idea ben definita di come dovrà presentarsi un colpo esatto, tanto a livello tecnico che di feeling. Una volta che questa immagine si sarà scolpita indelebilmente nella vostra mente troverete più facile rinunciare ad effettuare un colpo che non vi convince fino in fondo. Non dovrete mai rilasciare un colpo affidandovi alla fortuna; cercate piuttosto di ottenere colpi perfetti e se vi sembra che qualcosa stia andando storto, abbassate il braccio e ricominciate tutto da capo.

Doppietta






Nel 1.800 le persone durante l'arco della vita possedevano anche solo un fucile, ed attribuivano un valore, pratica ed affettiva alla propria arma.
Questo succedeva in tutte le classi sociali, anche tra i benestanti, poiché era diffusa una "filosofia" di conservazione, non di consumo.

 100 anni fa' una doppietta veniva pensata e costruita per essere il fucile non di una, ma di molte vite e doveva durare il più a lungo possibile, senza dare problemi.
                
Consideriamo anche che prima i fucili sparavono molto piu'di oggi, Erano altri tempi e c'erano meno vincoli e più uccelli...per cui le armi e tutto il resto si testavano in modo molto pesante e senza mezze misure.
Quante antiche doppiette si vedono con la zigrinatura dell'astina e dell'impugnatura quasi completamente consumata! E sparano ancora...
Questi fucili mi affascinano molto ,quando compro una vecchia doppietta, magari , pensando Chissà quante fucilate avrà sicuramente sparato,in tante stagioni di caccia.

E non vedo l'ora di ridarle la vita portandola a caccia.

Consigli sul Primo Revolver....




 Sul mercato dell'usato ci sono molti revolver,io da esperto consiglio i revolver  Smith & Wesson 686, che è stato ed è un vero best seller e sarebbe forse la scelta migliore.
non so quanto siete bravi, a sparare ma io punterei su un 6": non per la lunghezza di canna (sono precise anche le canne corte) ma per la lunghezza della linea di mira..

 molti pensano che tirino meglio le canne lunghe pre questioni di calibro, invece sono le linee di mira lunghe che aiutano il tiro. una linea di mira di un mod 60 da 3" non ti perdona il mezzo millimetro di allineamento, una piu' lunga si.
preferisco gli Smith & Wesson per la questione del timing. Il dentino che blocca il tamburo negli Smith & Wesson interviene prima dello sgancio del cane. Sui colt, dopo lo sgancio del cane. quindi con gli Smith & Wesson puoi tirare in doppia usando la tecnica dei "due tempi" .
naturalmente hanno meccanica Smith & Wesson anche i taurus e anche altre marche.
 Veniamo alle cose importanti,  cosa controllare di un revolver usato, per evitare di comprare un "ferro":
 prima cosa,  a cane disarmato, premi il grilletto in doppia azione piano-piano, lentamente... quando l'arcamento è quasi al massimo devi sentire il "click" del bloccaggio del tamburo, e solo dopo si deve sganciare il cane. Se si sgancia prima, la levetta che fa ruotare il tamburo è troppo consumata e da sostituire. Se invece va bene, fai un'altra prova, uguale, ma toccando il tamburo per frenarlo leggermente (pochissimo). La prova deve essere positiva come prima, al massimo hai meno anticipo sullo sgancio del cane.
 un buon indizio è la sottile riga che il dentino lascia sulla circonferenza del tamburo in corrispondenza degli incavi di blocco: ci deve essere, leggera leggera, se non c'é il revolver è nuovo (o il dentino non lavora bene), se è profonda e la senti al tatto non va di nuovo tanto bene...
 Poi verifica l'assialità dell'alberino del tamburo (che non sia storto); bascula il tamburo e fallo girare, osserva l'estremità dell'alberino. se ondeggia, l'albero è storto. viceversa, va bene.
 controlla il "gap" tra tamburo e canna, in corrispondenza del cono di forzamento, con uno spessimetro a fogliette: deve essere compreso tra i 5 e i 15 centesimi di mm, ma l'importante è che sia uguale da entrambe le parti, per tutte e sei le camere. se è eccessivo, ha magari sparato troppo (di solito accade con i castelli K, non con gli L dei 686), perché il telaio in quella zona si allunga.
 controlla la parte di telaio sopra al cono di forzamento, cioé la parte inferiore del "top" che sovrasta il tamburo. é la zona dove avviene maggiormente il "flame cutting" cioé l'erosione dei gas nei revolver che hanno sparato tanto.
 queste sono le prove principali, ma ce ne sono altre (mire, percussore...).

Fucile d'Assalto Atchisson



L'Auto Assault-12 (conosciuto come Fucile d'Assalto Atchisson) è un fucile a canna liscia costruito da Maxwell Atchisson.  Il fucile puo' essere utilizzato in modalità semi-automatica o automatica spara 300 colpi al minuto.


Nel 1987, Max Atchisson ha venduto i diritti dell'AA-12 a Jerry Baber della Military Police Systems, Inc. Questa società produsse una nuova versione, conosciuta semplicemente come Auto Assault-12, che fu ridisegnato e'migliorato il progetto originale.
L'AA-12 usa molti tipi diversi di cartuccia, come la 00 buck, proiettili pieni calibro 12, o proiettili di gomma non letali antisommossa. Può anche sparare proiettili illuminanti o proiettili speciali:  esplosivo o perforanti  o proiettili shrapnel con sensore di prossimità che possono esplodere a mezz'aria.


                                                                  Proiettile perforante

GLOSSARIO ''delle armi da tiro''





A-C
Acciarino: congegno meccanico atto a provocare l'accensione della carica. Termine utilizzato prevalentemente per le armi ad avancarica a pietra focaia, è anche utilizzato per definire il meccanismo di percussione delle armi basculanti a retrocarica (sovrapposti, doppiette, express).
Archibugio: antico fucile ad avancarica con canna lunga circa 1.000 mm. Il termine deriva dalla parola "archibuso", che significa "strumento forato che fa l'effetto dell'arco".

Avancarica: sistema di caricamento che prevede l'introduzione della polvere e della palla dalla bocca dell'arma o, nel caso di revolver ad avancarica, dalla bocca di ciascuna camera del tamburo.
Azione doppia: configurazione del sistema di scatto per la quale premendo il grilletto si causa sia l'armamento del cane, sia il suo sgancio.
Azione mista: configurazione del sistema di scatto per la quale è possibile sparare sia in Doppia azione, sia armare il cane manualmente e scattare in Singola azione. Generalmente, in una pistola semiautomatica ad Azione mista il primo colpo può essere esploso a scelta del tiratore, mentre i successivi sono esplosi in Singola azione poiché il carrello provvede automaticamente ad armare il cane.
Azione singola: configurazione del sistema di scatto per la quale la pressione del grilletto causa il solo sgancio del cane, che deve quindi essere armato per mezzo di un'azione meccanica ulteriore e indipendente (pressione del dito del tiratore o, in un'arma semiautomatica, arretramento del carrello).
Bacinetto: anche detto scodellino. Piccola vaschetta fissata al meccanismo di sparo di un'arma ad avancarica a pietra focaia, destinata a contenere la polvere fine per l'innesco della cartuccia.
Bascula: è la parte centrale dei fucili cosiddetti basculanti (doppiette, sovrapposti, drilling, monocanna). Realizzata in acciaio o lega leggera, ha la funzione di supportare le canne (che sono incernierate a essa), il meccanismo di chiusura, il meccanismo di scatto e il calcio. La parte inferiore è detta petto, le parti laterali sono dette fianchi. Il fondo di bascula è, invece, la parte che accoglie i ramponi di chiusura delle canne. In una doppietta, la tavola di bascula è la parte sulla quale appoggia la parte posteriore delle canne. La faccia di bascula è la parte sulla quale appoggiano i fondelli delle cartucce.
Batteria: meccanismo di sparo a percussione; il termine indica anche un raggruppamento di più bocche da fuoco affidate a un unico comandante.
Bergstutzen: termine tedesco con il quale si indica il fucile basculante a due canne sovrapposte, entrambe ad anima rigata.
Bossolo: contenitore cilindrico, realizzato generalmente in ottone, rame o ferro dolce, che contiene e tiene uniti il proiettile, la polvere e l'innesco. La sua funzione principale, oltre che di proteggere le componenti dagli agenti atmosferici, è quella di sigillare ermeticamente la culatta espandendosi durante lo sparo, evitando così pericolosi sfoghi di gas verso il tiratore.
Caduta: spostamento verso il basso del punto di impatto di un proiettile rispetto al punto mirato con gli organi di mira tarati per una distanza inferiore.
Calciolo: parte terminale del calcio, contro la quale si appoggia la spalla. Il termine può anche indicare la stampella amovibile utilizzata da alcune pistole per consentire il tiro dalla spalla.
Calibro: diametro della canna di un'arma, misurato fra i vuoti della rigatura. Può essere espresso in millimetri o in decimi di pollice. Nelle armi a canna liscia, il calibro è dato dal numero di palle sferiche in piombo del diametro della canna che fanno il peso di una libbra. Per esempio, il calibro 12 si chiama così perché nel peso di una libbra stanno 12 palle sferiche del diametro della canna (18,2 mm).
Camera di scoppio: cavità posta nella culatta della canna (nei revolver è all'interno del tamburo), dimensionata per accogliere la cartuccia.
Cane: parte di arma, a forma di martello, fulcrata al fusto nella propria estremità inferiore e libera di ruotare nella sua estremità anteriore. Il suo scopo è quello di urtare l'innesco della cartuccia, direttamente o per mezzo di un percussore, causando la partenza del colpo.
Canna: parte di un'arma, generalmente costituita da un tubo, percorsa dal proiettile spinto dalla combustione della polvere. Ha il duplice scopo di consentire al proiettile la spinta propulsiva per un tempo sufficiente a raggiungere la velocità massima e di conferire alla palla la necessaria precisione e stabilizzazione per poter essere diretta sul bersaglio.
Canna manometrica: è una canna speciale utilizzata per la prova delle pressioni sviluppate da una data cartuccia. In corrispondenza della camera è praticato un foro laterale, che comunica con un pistone. Quest'ultimo, allo sparo, comunica la spinta determinata dalla deflagrazione della carica a un cilindretto di rame, deformandolo. La misura della deformazione del cilindro determina la pressione (metodo Crusher). Esiste anche un altro metodo, denominato "a trasduttore", che invece del pistone con il cilindretto di rame utilizza un particolare cristallo di quarzo. Quest'ultimo, restituisce una tensione elettrica proporzionale alla pressione alla quale è soggetto, consentendo una misura più precisa.
Carabina: con questo termine si indica un'arma lunga con canna di lunghezza compresa fra 475 mm e 550 mm. In gergo, si utilizza il termine carabina per indicare il fucile a canna rigata, in contrapposizione al fucile a canna liscia.
Caricatore: parte dell'arma che contiene le cartucce. È monofilare quando le cartucce sono custodite in una sola colonna, bifilare quando le cartucce si dispongono su due colonne.
Carrello: parte delle armi a ripetizione automatica, è costituito da un blocco prismatico che supporta l'otturatore (talvolta è un pezzo unico con quest'ultimo) e scorre all'interno del castello, provvedendo alle operazioni di alimentazione della cartuccia, estrazione ed espulsione del bossolo sparato.
Cartuccia: insieme composto da proiettile, bossolo, polvere e innesco.
Cartuccia a spillo: cartuccia a bossolo metallico, dotata di uno spinotto in ottone o ferro sporgente dal bordo del fondello che, colpito dal cane, comunica l'urto alla capsula di innesco, posta internamente al bossolo. La cartuccia fu messa a punto dall'armaiolo Houillier nel 1847 e utilizzata fino alla fine del XIX secolo.
Castello: struttura portante di un'arma, che sostiene e mette in collegamento la canna, l'impugnatura, i meccanismi di sparo e di chiusura e il serbatoio.
Cip: acronimo di Comitato internazionale per la prova delle armi da fuoco portatili. È l'ente europeo che stabilisce gli standard dimensionali e di pressione per le cartucce commerciali.
Coccia: parte terminale dell'impugnatura a pistola di un fucile.
Coefficiente balistico: indica la minore o maggiore resistenza offerta dal proiettile nell'attraversare l'aria. Si ricava dividendo la densità sezionale per il coefficiente di forma, una variabile complessa legata anche alla velocità. Il coefficiente balistico è, generalmente, inferiore a 1: più grande è il valore, migliore è il comportamento della palla in volo.
Colletto: parte anteriore del bossolo, destinata a trattenere il proiettile.
Combinato: fucile basculante a due canne, generalmente sovrapposte, di cui una ad anima liscia e l'altra rigata.
Cono di forzamento: nei revolver indica l'estremità posteriore, priva di rigatura, della canna che sovrintende al "forzamento" della palla nelle rigature.
Contropiastra: lamina in ottone o acciaio, sovente a forma di "L", che nelle armi ad avancarica è inserita nella cassa in legno dalla parte opposta alla piastra. Serviva a far sì che la testa delle viti di fissaggio della piastra non appoggiassero direttamente sul legno, danneggiandolo.
Culatta: parte posteriore della canna, che generalmente accoglie la camera di cartuccia.

D-F
Densità sezionale: rapporto fra il peso del proiettile, espresso in libbre, e il diametro al quadrato, espresso in pollici.
Deviazione standard: grandezza numerica utilizzata per conoscere la costanza fra più colpi di uno stesso lotto di cartucce di identico calibro. Si ottiene ricavando la media delle velocità di tutti i colpi e sottraendo questo dato a ogni singola misurazione. Si ottengono numeri (positivi e negativi) che prendono il nome di scarti. Se facessimo la somma degli scarti, otterremmo ovviamente zero. Tutti gli scarti devono avere segno positivo, perciò si elevano al quadrato tutti gli scarti, sommando i dati ottenuti e dividendoli per il numero di misurazioni effettuate. Estraendo, infine, la radice quadrata, si ottiene la Deviazione standard. Esempio: tre rilevazioni cronografiche hanno dato i seguenti valori: x1=233 m/sec, x2=234 m/sec, x3=228 m/sec; la media dei risultati è 231,7 m/sec. Sottraendo tale dato a ciascuna lettura si ottiene: +1,3; +2,3 e -3,7. Se non avessimo arrotondato il decimale della media, il risultato della somma degli scarti sarebbe 0.
Elevando al quadrato, si ottengono valori positivi, 1,69, 5,29 e 13,69, la cui somma è 20,67. Si divide per 3 (cioè il numero delle rilevazioni svolte) e si ottiene 6,89. Estraendo la radice quadrata, si ricava la nostra Deviazione standard, pari a 2,62.
Diottra: dispositivo utilizzato sulle carabine per dirigere con precisione l'arma sul bersaglio, in congiunzione con il mirino. Posta generalmente all'estremità posteriore del castello, si compone di uno zoccolo che reca una piattina in metallo o altro materiale con un foro centrale. Per mirare con la diottra, si traguarda con l'occhio attraverso il foro fino a trovare il mirino al centro di quest'ultimo e collimando entrambi al bersaglio.
Doppietta: fucile a canna liscia a due colpi, dotato di due canne indipendenti disposte una accanto all'altra. È detto, più propriamente, fucile a canne giustapposte.
Dorso: parte posteriore dell'impugnatura, in inglese detto backstrap.
Drilling: fucile basculante dotato di tre canne, le cui culatte sono disposte a formare un triangolo con il vertice in basso. Le due canne superiori, affiancate, sono generalmente lisce, mentre quella inferiore, centrale, è rigata. Si tratta di una tipologia di arma utilizzata a fini esclusivamente venatori, diffusa specialmente in Europa centrale.
Ejector: con questo termine si indica, generalmente, l'estrattore automatico di un'arma basculante. Questo, dopo aver estratto di pochi millimetri il bossolo dalla camera, lo espelle violentemente fuori, per l'azione di una molla.
Elevatore: soletta in metallo o plastica che comunica la spinta della molla del serbatoio alle cartucce.
Elsa: parte dell'impugnatura di una pistola semiautomatica che copre la porzione della mano compresa fra il pollice e l'indice.
Espulsore: dispositivo atto a proiettare il bossolo sparato fuori dall'arma.
Estrattore: leva incernierata all'otturatore o alla canna che provvede a estrarre il bossolo sparato o la cartuccia dalla camera di scoppio.
Express: fucile basculante a due canne giustapposte o sovrapposte. Rispetto alla doppietta o al sovrapposto ha la peculiarità di avere entrambe le canne rigate.
Fattore di potenza: parametro utilizzato nel Tiro dinamico, è espresso dalla formula PxV/1000, dove P è il peso del proiettile in grani, V la velocità in piedi al secondo. Nelle categorie Standard, Modified e Revolver si considera Major un fattore superiore a 170, Minor un fattore compreso tra 125 e 169,9. Per la Open, invece, il fattore Major si ha a partire da 160, mentre per la Production il fattore è unico e basta che non sia inferiore a 125. La differenza è importante, perché se colpendo la zona "A" (quella centrale) delle sagome in carta utilizzate nelle gare si assegnano 5 punti in ogni caso, sparando a fattore Major si assegnano 4 e 2 punti colpendo le zone più esterne "C" e "D", mentre sparando in Minor i punti sono rispettivamente 3 e 1.
Focone: piccolo foro che mette in collegamento la sede dell'innesco con la camera a polvere del bossolo. È anche detto foro di vampa. Nelle armi ad avancarica, è lo stretto canale che mette in comunicazione la culatta della canna con lo scodellino (armi a pietra focaia) o con la capsula (armi a percussione).
Fondello: parte posteriore del bossolo, comprendente l'orlo di presa dell'estrattore.
Fucile: con questo termine si intende, generalmente, un'arma lunga con canna di lunghezza superiore ai 550 mm.
Fucile ad ago: sviluppato per la prima volta dall'armaiolo prussiano Johann Nikolaus Von Dreyse nel 1848, consiste in un fucile con la canna chiusa posteriormente da un otturatore cilindrico scorrevole, all'interno del quale un sottile stelo in acciaio (ago) scattando spinto da una molla, attraverso un forellino nell'otturatore, colpisce l'innesco della cartuccia. Quest'ultima era costituita da un involucro di carta o di seta che racchiudeva la palla, la polvere e l'innesco. Quest'ultimo, generalmente, era posto tra la palla e la polvere, quindi l'ago doveva attraversare tutta la carica di lancio. Per evitare sfoghi di gas verso il tiratore, l'otturatore era dotato di una guarnizione in cuoio, caucciù o altro materiale elastico.
Fucile a canna liscia: arma lunga destinata principalmente all'utilizzo di munizioni a proiettile multiplo (pallini, pallettoni), poiché la canna, essendo sprovvista di rigature, non riesce a stabilizzare un normale proiettile singolo. Per il tiro a palla singola si utilizzano speciali proiettili con appositi rilievi elicoidali che, per azione dell'aria, provvedono a imprimere la rotazione sull'asse longitudinale indispensabile alla stabilizzazione in volo.
Fucile a canna rigata: arma lunga destinata principalmente all'utilizzo di munizioni a proiettile singolo che, forzando nella rigatura, ricevono un impulso rotatorio intorno al proprio asse longitudinale, che ne stabilizza il moto in volo. L'utilizzo di munizioni a pallini è sconsigliato in una canna rigata, perché le rigature deformano i pallini causando un allargamento anormale della rosata.

G-R
Giustezza: attitudine di un'arma a colpire esattamente il punto mirato. Generalmente, si definisce "giusta" un'arma con gli organi di mira perfettamente tarati.
Grilletto: leva di forma più o meno arcuata che attua lo sgancio del sistema di percussione sotto la pressione del dito indice, causando la partenza del colpo.
Incrudimento: fragilità del metallo dovuta a eccessiva rigidità, causata da un elevato numero di deformazioni. Si può eliminare con la ricottura.
Innesco: dispositivo che causa l'accensione della carica di lancio della cartuccia in conseguenza di un urto o di uno sfregamento.
Kipplauf: termine tedesco con il quale si è soliti indicare il fucile basculante monocanna ad anima rigata.
Luminello: perno cavo, avvitato alla culatta di un'arma da fuoco a percussione, sul quale si pone la capsula. Quando il cane batte sulla capsula, la fiammata si trasmette attraverso l'interno del luminello alla carica posta entro la canna.
Martellina: piastra in acciaio a forma di "L" che, nelle armi ad avancarica a pietra focaia, viene urtata dalla pietra fissata al cane, scoprendo il bacinetto e generando le scintille che accendono la polvere di innesco.
Mirino: piccola sporgenza posta all'estremità anteriore della canna di un'arma, in metallo, plastica o fibra ottica, che serve per dirigere con precisione l'arma verso il bersaglio. Nei fucili a canna liscia è generalmente il solo dispositivo di mira presente, mentre nelle armi a canna rigata è utilizzato in congiunzione con la tacca di mira.
Mirino Patridge: mirino utilizzato prevalentemente sulle armi per tiro accademico, è caratterizzato dalla forma a lama con l'estremità posteriore squadrata e quella anteriore arrotondata.
Minigonna: parte terminale, sovradimensionata, dell'impugnatura di una pistola semiautomatica destinata al Tiro dinamico. Ha lo scopo di migliorare la presa e, grazie a un'apposita svasatura, di agevolare l'inserimento del caricatore in velocità.
Moschetto: arma lunga con canna di lunghezza inferiore a 475 mm.
Munizione spezzata: cartuccia caricata con più proiettili, generalmente pallini o pallettoni.
Otturatore: blocco prismatico deputato a sigillare la cartuccia entro la camera di scoppio.
Palla asciutta: proiettile singolo (Brenneke, Gualandi, eccetera) utilizzato nei fucili a canna liscia. Il termine è utilizzato per distinguere questo caricamento da quello a pallini o pallettoni.
Pallettone: sfera di piombo di dimensioni superiori a 5 mm, utilizzata nel caricamento delle cartucce per fucile a canna liscia. Dal punto di vista legislativo, la cartuccia a pallettoni è assimilata a quella caricata a pallini.
Pallino: piccola sfera di piombo di diametro compreso fra 0,7 mm e 5 mm circa. È utilizzata nel caricamento delle cartucce per fucile a canna liscia.
Percussore: componente realizzato in acciaio o in titanio che trasmette l'urto impresso dal cane all'innesco della cartuccia, causando la partenza del colpo. Quando lo sparo è causato dal solo percussore che, spinto da una molla, genera l'urto necessario allo sparo, si dice che l'arma funziona a percussore lanciato.
Piastra: lamina in acciaio che, nelle armi ad avancarica, sostiene i componenti del meccanismo di sparo.
Precisione: attitudine di un'arma a concentrare in un'area ristretta del bersaglio più colpi distinti, indipendentemente dal punto mirato.
Prova forzata: test realizzato dal Banco di prova per la verifica della robustezza e sicurezza d'uso di un'arma. Normalmente, la prova comporta lo sparo di una speciale cartuccia erogante il 25% in più di pressione rispetto a una normale cartuccia commerciale.
Retrocarica: principio di funzionamento che prevede il caricamento dell'arma dalla culatta.
Revolver: anche detto rivoltella. Arma corta a ripetizione dotata generalmente di una sola canna e di un tamburo contenente quattro o più colpi. L'armamento del cane causa la rotazione del tamburo di una frazione di giro, in modo che una camera sia sempre allineata con la culatta della canna.
Ricalibratura: operazione della ricarica che prevede il passaggio del bossolo entro un'apposita matrice (die) per ripristinare le dimensioni originarie possedute prima dello sparo.
Ricottura: procedimento utilizzato nella ricarica, che consiste nel riscaldare il colletto di un bossolo per eliminare l'incrudimento, cioè l'eccessiva rigidità dovuta a ripetute deformazioni.
Rigatura: solcatura dell'anima della canna con due o più scanalature ad andamento elicoidale. La rigatura ha lo scopo di imprimere al proiettile un moto rotatorio intorno al proprio asse longitudinale, per stabilizzarne il volo. La rigatura è generalmente identificata dal numero dei solchi, detti princìpi, e dal loro passo, ovvero la lunghezza di un giro completo.
Rosata: insieme di più impatti di colpi partiti da un'unica arma. Può essere determinata dall'esplosione di un unico colpo con più proiettili (munizione spezzata) o da più colpi con un solo proiettile ciascuno.

S-Z
Saami: acronimo di Small arms and ammunition manufacturers institute. È l'ente che, negli Stati Uniti, stabilisce lo standard dimensionale e di pressione delle cartucce, analogamente al Cip europeo.
Sicura: dispositivo a inserimento manuale o automatico che, quando attivato, preclude lo sparo. Può agire sul dispositivo di scatto, sul percussore, sul cane o su più elementi contemporaneamente.
Sgancio: con questo termine si indica l'istante in cui, a seguito della pressione del grilletto, il cane o il percussore si svincolano dall'azione del dente di scatto e si abbattono, causando la partenza del colpo.
Spalla: porzione rastremata di raccordo fra il corpo del bossolo e il colletto, più stretto. Se il bossolo è cilindrico o conico ad andamento costante, la spalla non è presente.
Sovrapposto: fucile a canna liscia dotato di due canne indipendenti disposte l'una sopra all'altra.
Tacca di mira: zoccolo metallico o plastico, posto generalmente nella parte posteriore o mediana di un'arma a canna rigata, recante un intaglio che serve per dirigere con precisione l'arma sul bersaglio, in congiunzione con il mirino. La mira si esegue traguardando con gli occhi attraverso l'intaglio della tacca di mira fino a trovare il mirino al centro di quest'ultimo e collimando entrambi al centro del bersaglio.
Taratura: regolazione degli organi di mira di un'arma per fare sì che colpisca il punto mirato, oppure un punto che dista una lunghezza predeterminata dal punto mirato.
Vivo di culatta: estremità posteriore della canna.
Vivo di volata: estremità anteriore della canna, anche detta bocca.
Volata: parte anteriore della canna.

VOCABOLARIO

A-B
Accuracy: precisione di un’arma.
Action: letteralmente, azione. Nelle carabine bolt-action indica il castello.
Adjustable: regolabile.
Aiming: mirare, prendere la mira.
Ambidextrous: ambidestro.
Anvil: incudine, parte dell’innesco contro la quale batte la coppetta deformata dal percussore.
Armour piercing: proiettile perforante.
Assembly: insieme di parti; in senso lato, una struttura contenente più particolari.
Automatic: a funzionamento automatico (utilizzato anche per indicare il funzionamento semiautomatico).
Backstrap: parte posteriore dell’impugnatura di una pistola semiautomatica o di un revolver.
Ball: palla, proiettile. In senso lato, può indicare anche l’intera cartuccia. Nella terminologia militare, indica il caricamento a palla ordinaria.
Band: fascetta; termine utilizzato soprattutto per indicare, nei fucili militari ad avancarica, le fascette che vincolano la canna alla cassa.
Barrel: canna.
Bayonet: baionetta.
Beavertail: coda di castoro; termine utilizzato, generalmente, per indicare un tipo particolare di astina di fucile che si allarga nella parte anteriore.
Bedding: struttura, composta di materiali variegati (alluminio, fibra di vetro) che separa l’azione della carabina dalla calciatura, rendendo migliore il contatto tra il metallo del castello e il materiale del calcio (legno, polimeri).
Belt: nastro da mitragliatrice.
Belted: fondello di cartuccia cinturato. È così definita una cartuccia che, appena sopra la scanalatura per l’estrattore, presenta un anello sporgente di rinforzo.
Bench rest: appoggio da banco per la carabina. Indica anche una disciplina di tiro di precisione.
Big five: i cinque animali ritenuti più pericolosi e prestigiosi per i safaristi: elefante, rinoceronte, bufalo, leone, leopardo.
Big game: caccia grossa.
Bipod: bipiede per carabina.
Blade: lama; blade sight, mirino a lama.
Blank: a salve.
Blast: esplosione; indica anche la vampa di bocca.
Blowback: chiusura labile o a massa semplice di un’arma a funzionamento automatico
Blueing: brunitura di colore blu o nero.
Boat tail: nei proiettili, il termine indica la forma rastremata della parte posteriore della palla.
Bobbed: cane di pistola o revolver con la cresta parzialmente o totalmente tagliata. Alcune aziende forniscono armi per il porto occulto con questo accorgimento, per evitare che la cresta del cane si impigli negli abiti durante l’estrazione dell’arma.
Bolt: otturatore.
Bolt action: carabina a ripetizione con otturatore girevole scorrevole.
Bore: anima della canna.
Bottlenecked: cartuccia con bossolo a collo di bottiglia.
Brake: freno; muzzle brake, freno di bocca.
Brass: ottone; in senso lato, bossolo.
Breech: culatta
Browning: brunitura di colore marrone o melanzana.
Buckhorn: corno di cervo; indica un particolare tipo di tacca di mira, utilizzato soprattutto nelle carabine a leva statunitensi, nel quale la foglietta imita nella forma un paio di corna di cervo.
Buckshot: pallettoni.
Bull barrel: canna pesante. Indica una canna di profilo massiccio, praticamente cilindrica.
Bullet: proiettile.
Bullseye: letteralmente, occhio di bue. Indica il centro del bersaglio. Anche utilizzato per definire un tipo di vite, utilizzato soprattutto nei revolver a Singola azione tipo colt 1873 per trattenere l’asse del tamburo.
Burning rate: velocità di combustione di una polvere da sparo.
Bushing: boccola che limita il gioco tra la volata della canna e la parte anteriore del carrello. La più nota arma che lo utilizza è la pistola semiautomatica Colt 1911.
Butt: parte terminale del calcio; round butt, calcio arrotondato; square butt, calcio squadrato.
Butt plate: calciolo, parte terminale del calcio realizzata in metallo, gomma o plastica.
Butt stock: pala del calcio.

C-D
Caliber: calibro.
Cannelure: scanalatura godronata, praticata generalmente intorno alla palla per la crimpatura.
Cap: capsula fulminante.
Cap and ball: arma ad avancarica con accensione a percussione.
Carbine: carabina.
Cartridge: cartuccia.
Case: bossolo.
Case body: corpo del bossolo.
Case hardened: finitura tartarugata, ottenuta per immersione del pezzo rovente in olio.
Case head: fondello del bossolo.
Case neck: colletto del bossolo.
Case shoulder: spalla del bossolo.
Cast: fuso. Usato spesso per indicare proiettile in lega non mantellato.
Cast off: disassamento verso destra della pala del calcio. È anche detto vantaggio.
Cast on: disassamento verso sinistra della pala del calcio. È anche detto vantaggio.
Centerfire: cartuccia a percussione centrale.
Chamber: camera di cartuccia.
Checkering, Checkered: zigrinatura, zigrinato.
Cheekpiece: appoggiaguancia.
Choke: strozzatura della canna. Indica, in un fucile a canna liscia, la misura del restringimento della zona anteriore dell’anima della canna. Può essere indicata in decimi di millimetro o in stelle; una stella corrisponde a 10/10, cinque stelle corrispondono a una canna quasi cilindrica.
Chrome plated: cromato.
Cleaning: pulizia.
Clip: piastrina porta cartucce (per esempio, quella del ’91 italiano); anche indicata come “stripper clip”.
Coating: rivestimento; indica anche il trattamento superficiale.
Cook fire: autoaccensione della cartuccia. È un fenomeno che può accadere nelle armi automatiche, quando il notevole calore raggiunto dalla canna sparando a raffica innesca la cartuccia lasciata in camera di scoppio.
Core: nucleo del proiettile.
Crane: giogo; cylinder crane, giogo del tamburo.
Crimp: crimpatura, restringimento del bossolo atto a trattenere la palla. Può essere di due tipi: il taper crimp, utilizzato nei calibri che vanno in battuta sul colletto, consiste nella semplice tensione elastica della bocca del bossolo; il roll crimp, utilizzato nei calibri che vanno in battuta sulla spalla o sul fondello, consiste in una piegatura dell’orlo entro un’apposita scanalatura della palla (vedi cannelure).
Cross hair: reticolo di cannocchiale costituito da due sottili linee perpendicolari.
Custom: costruito artigianalmente, con caratteristiche fuoriserie.
Cylinder: tamburo di revolver.
Die: stampo, o serie di stampi, per la ricarica delle cartucce.
Double action: doppia azione. È così detto il funzionamento della scatto che consente, con la sola pressione del grilletto, di armare il cane e percuotere il percussore.
Dao: Double action only, scatto in sola Doppia azione.
To Decock: disarmare il cane.
Double set trigger: scatto bigrillo.
Drift: deriva laterale di un proiettile.
Dust cover: in una pistola semiautomatica, parte del fusto compresa tra l’estremità anteriore e il ponticello del grilletto; termine utilizzato anche per definire il coperchio, generalmente in lamiera, che protegge dalla polvere l’otturatore di un’arma quando questo è in chiusura.

E-G
Edge: filo della lama.
Ejector: espulsore.
Elevation: elevazione, regolazione di un sistema di mira lungo l’asse verticale.
Energy: energia.
Engraving, engraved: incisione, inciso.
Extractor: estrattore.
Extractor groove: solco per l’estrattore praticato sulla circonferenza del fondello del bossolo.
Falling block: arma monocolpo a blocco cadente. L’otturatore è costituito da un blocchetto che si sposta verso il basso per consentire il caricamento.
Fanning: tecnica di tiro con il revolver a singola azione, consistente nell’armare il cane ripetutamente con la mano debole, mentre l’indice della mano forte tiene premuto il grilletto.
Feeding: alimentazione delle munizioni.
Finger loop: anello appoggiadito.
Firing pin: percussore, cilindro metallico che batte contro l’innesco accendendo la cartuccia.
Fixed sights: organi di mira fissi, non regolabili.
Flintlock: accensione a pietra focaia.
Floating chamber: camera flottante. Si tratta di una camera di cartuccia costruita a parte, che può scorrere parzialmente all’indietro. Questo consente di moltiplicare la forza di rinculo di una cartuccia. È utilizzata principalmente nella pistola semiautomatica Colt Ace, versione calibro .22 della Colt 1911A1.
Floorplate: fondello del caricatore o del serbatoio.
Flutes: scanalature parallele praticate intorno alla circonferenza del tamburo di un revolver o della canna di una carabina, per risparmiare peso o aumentare la superficie disperdente il calore.
Flyer: colpo errante, che non impatta all’interno della rosata tipica dell’arma.
Folding: pieghevole; folding stock, calcio pieghevole.
Follower: elevatore. È il pezzo che, in un caricatore, si trova tra la molla principale e le cartucce.
Forcing cone: cono di forzamento. In un revolver, l’estremità posteriore della canna, di forma leggermente conica, posta prima dell’inizio della rigatura.
Forearm: astina della calciatura del fucile, atta a consentire l’appoggio della mano debole.
Forend: estremità anteriore della calciatura.
Fouling: morchie, residui di polvere incombusta e residui di combustione che si depositano nell’anima della canna.
Frame: telaio, fusto dell’arma.
Freebore: tratto iniziale della canna, compreso tra la fine della porzione cilindrica della palla e l’inizio della rigatura.
Front strap: parte anteriore dell’impugnatura di una pistola semiautomatica o di un revolver.
Full metal jacket: proiettile blindato. Il nucleo, in piombo, è forzato entro un guscio di metallo più duro, come rame od ottone.
Gap: spazio, fessura. Il termine è sovente utilizzato per indicare il gioco tra la faccia anteriore del tamburo del revolver e la faccia posteriore del cono di forzamento.
Gas check: piattina di rame, o altro metallo, che riveste il fondello di una palla in piombo per evitare che il contatto del piombo con i gas di sparo deformi il proiettile.
Gas operated: arma a funzionamento automatico a recupero di gas.
Gauge: calibro, in senso letterale. Il termine è anche utilizzato per indicare le cartucce per fucile a canna liscia o, anche, i calibri tampone per la verifica delle dimensioni della camera di cartuccia (chamber gauge).
Grip: impugnatura, guancetta.
Grip safety: sicura automatica all’impugnatura, che impedisce all’arma di sparare se non impugnata correttamente.
Grooves: rigature elicoidali dell’anima della canna.
Group: rosata, dispersione di una serie di colpi sparati mirando uno stesso punto, misurata tra i centri dei colpi più distanti.
Guard: guardia, ponticello del grilletto; termine utilizzato anche per indicare munizioni per tiro ridotto, a corta gittata.
Gunsmith: armaiolo.

H-L
Half cock: mezza monta del cane.
Half moon clip: piastrina a mezza luna, della capacità di tre cartucce, che consente di utilizzare in un revolver munizioni sprovviste di collarino. Esistono anche piastrine della capacità di sei cartucce (full moon clip).
Hammer spur: cresta del cane.
Hammerless: definizione propria di arma con cane interno, non attivabile manualmente.
Hand: leva che consente la rotazione del tamburo di un revolver.
Handgun: pistola, arma corta.
Handle: maniglia, manubrio dell’otturatore.
Handloading: caricamento manuale; termine utilizzato prevalentemente per indicare l’attività della ricarica casalinga.
Headspace: misura della distanza tra la zona di battuta della cartuccia nella camera e la faccia dell’otturatore. In senso lato, si utilizza per indicare la zona di una cartuccia che va in battuta nella camera di scoppio.
Heavy barrel: canna pesante, sinonimo di bull barrel.
Hold open: dispositivo, solitamente una leva, che mantiene l’otturatore di un’arma in apertura dopo lo sparo dell’ultimo colpo, in modo da avvertire il tiratore che l’arma è scarica.
Hollow point: proiettile espansivo a punta cava.
Holster: fondina.
Housing: alloggiamento; mainspring housing, alloggiamento della molla cinetica del cane.
Ignition: accensione.
Indoor: proprio di attività svolta al chiuso.
Iron sights: mire metalliche.
Jam, jamming: inceppamento.
Jump: letteralmente, salto; indica il rilevamento dell’arma.
Keyhole: letteralmente, buco della serratura. Indica l’impatto di un proiettile sul bersaglio di traverso, perché non stabilizzato dalla rigatura della canna.
Kick: pedata; espressione gergale per indicare il rinculo.
Knurled: zigrinato, godronato.
Land: pieno, rilievo delle rigature.
Lanyard ring: anello per il correggiolo.
Leading: impiombatura, deposito di piombo tra le rigature della canna.
Lever action: fucile a ripetizione con funzionamento a leva.
Line of sight: linea di mira, distanza tra il mirino e la tacca di mira.
Load, loaded: carica, carico
Lock time: tempo intercorrente tra la battuta del cane e l’accensione della polvere.

M-R
Magazine: serbatoio, caricatore.
Mainspring: molla cinetica del cane.
Matte: opaco.
Moa: Minute of angle, misura dell’ampiezza di una rosata pari a un pollice (25,4 mm) a 100 yarde (91,7 metri).
Misfire: cilecca, mancata percussione.
Muzzle: volata, estremità anteriore della canna.
Matchlock: accensione a miccia.
Oal: Over all lenght, indica la lunghezza totale di una cartuccia.
Patch: pezzuola, di pelle o tessuto, utilizzata per avvolgere le palle per armi ad avancarica in modo da garantire che le stesse forzino nella canna.
Pattern: modello, tipo; può anche indicare il tipo di mimetismo di un tessuto, o in senso lato la rosata.
Peep sight: diottra.
Percussion: accensione a percussione.
Pinfire: percussione a spillo.
Pit: camola di ruggine; è il forellino che si forma in seguito a corrosione su una superficie metallica.
Pouch: giberna porta cartucce.
Powder: polvere da sparo; Black powder, polvere nera.
Primer: innesco.
Psi: pound per square inch, libbre per pollice quadrato, unità di misura di pressione.
Pump action: sistema di ripetizione a pompa.
Ramrod: bacchetta per il caricamento delle armi ad avancarica.
Range: distanza, portata di tiro.
Reamer: alesatore di camera di cartuccia.
Rear sight: tacca di mira.
Receiver: castello, fusto.
Recoil: rinculo.
Recoil pad: ammortizzatore di rinculo.
Rest: supporto, appoggio.
Rimfire: cartuccia a percussione anulare.
Rimless: munizione con fondello dello stesso diametro del corpo, dotata di una scanalatura per l’estrazione.
Rimmed: munizione con fondello di diametro maggiore del corpo, sul quale fa presa l’estrattore.
Rod: bacchetta; cleaning rod, bacchetta di pulizia.
Rolling block: fucile con otturatore a blocco rotante.
Round: arrotondato; in senso lato, cartuccia.

IDENTIFICAZIONE DEI CALIBRI




Per identificare una cartuccia per carabina a canna rigata, il sistema europeo prevede due parametri fondamentali: diametro e altezza del bossolo. È previsto anche un codice che dia informazioni sul tipo di fondello. Normalmente, il bossolo rimless non ha alcun suffisso; per il fondello rimmed, viene aggiunta una R; per il fondello cinturato viene aggiunta una B; per il rebated viene talvolta aggiunto il suffisso Rb o Rr. Così, il calibro 9,3x74R rappresenta una cartuccia con un bossolo vuoto alto 74 mm, largo alla bocca 9,3 mm, con orlo sporgente. Il calibro 7x57 ha un bossolo vuoto alto 57 mm e largo alla bocca 7 mm, con scanalatura (rimless). Per identificare le cartucce per pistola, invece, viene solitamente citato il solo diametro alla bocca, congiuntamente al nome del progettista o del fabbricante dell’arma che per prima l’ha utilizzata: 6,35 Browning, 7,63 Mauser, 8 mm Roth-Steyr. Non mancano, naturalmente, eccezioni e varianti: il 9x21 ha la denominazione dei calibri per carabina, tuttavia è un calibro per pistola; l’ 8x57 Is è rimless, e il suffisso fa riferimento ad altre informazioni (Infanterie spitzgeschoss). Gli anglosassoni hanno le unità di misura di lunghezza basate sul pollice, non sul millimetro. Per questo motivo, il diametro del proiettile viene indicato in frazioni di pollice (un pollice è pari a 25,4 mm), evitando di riportare lo zero davanti (quindi non 0.22, ma .22). Il calibro viene perciò indicato con il diametro in frazioni di pollice, seguito dal nome del fabbricante o dell’ inventore, oppure da un aggettivo (.22 Hornet, ..222 Remington, .308 Winchester). I calibri di vecchia concezione vengono invece indicati con due numeri: il primo indica il diametro del proiettile mentre il secondo, separato da un trattino, indica la carica di polvere nera in grani (un grano è pari a 0,0648 grammi).


Così, una cartuccia calibro .45-70 spara un proiettile del diametro di 45 centesimi di pollice, propulso da 70 grani di polvere nera. Talvolta, può essere indicato un terzo numero di seguito agli altri due, che indica il peso del proiettile in grani. Il calibro .45-70-405 ha un proiettile del diametro di .45 pollici, pesante 405 grani, spinto da 70 grani di polvere nera. Anche qui, le eccezioni si sprecano: il .30-06 non è propulso da sei grani di polvere, ma è stato adottato dalle forze armate statunitensi nel 1906; il .308 Norma magnum ha una denominazione anglosassone, ma è di ideazione europea. Che si utilizzi la nomenclatura europea o quella anglosassone, è necessario ricordarsi che il diametro del proiettile indicato è un valore puramente convenzionale: si avvicina a quello reale, ma raramente coincide con esso. Il dato serve principalmente a distinguere la cartuccia da altre che montano proiettili dello stesso diametro. Così, il .218 Bee, il .219 Zipper, il .222 Remington e il .223 Remington montano tutti proiettili del diametro di .224 pollici. Il .38 Special e il .357 magnum montano proiettili di .357

COME SONO UNITE LE CANNE (dei fucili Giustapposte)




L’accoppiamento delle canne può essere effettuato in due modi fondamentali: a demibloc o a monobloc. Nel primo caso, ciascun tubo nasce con un sottile zoccolo, che viene saldato a quello dell’altra canna: i due zoccoli sottili, così, diventano uno solo, spesso il doppio: in questa zona vengono ricavati, per asportazione di truciolo, i ramponi veri e propri. Il sistema monobloc è leggermente più semplice: i tubi delle canne sono perfettamente cilindrici, e vengono forzati e saldati dentro un blocchetto che costituisce la culatta, sotto al quale è ricavata la ramponatura.

Fucili a Canna Rigata ........




Il fucile a canna rigata,viene utilizzato  per la caccia caccia grossa,in italia molto usato per la caccia agli ungulati,il fucile a canna rigata è così chiamato in quanto presenta, all’interno delle canne, delle rigature elicoidali (destrose o sinestrose) che danno al proiettile un movimento rotatorio.

A differenza  dei fucili ad anima liscia, più imprecisi perche' il proiettile viene “sbattuto” all’interno della canna, quelli ad anima rigata annullano le deviazioni e lo mantengono tangente alla traiettoria fino al punto di arrivo. Il bossolo è metallico, con una polvere dalle particolari caratteristiche, che da al proiettile una spinta maggiore in grado di raggiungere velocità elevate.
La scelta del modello da impiegare sarà strettamente legata al selvatico che si intende cacciare, per cui se si tratta di un cinghiale sarà sufficiente una carabina semi-automatica con caricatore a più colpi, nel caso di un camoscio o di cervidi meglio una carabina bolt action (ad otturatore girevole e scorrevole). Esistono inoltre dei modelli particolari chiamati “Express” che usano calibri molto potenti come il (9,3x74, .375 Holland & Hooland Magnum, .458 Winchester Magnum, ecc.) e vengono impiegati per la caccia contro animali di grossa mole a breve distanza.


Archibugio


 
L'archibugio è un arma da fuoco che iniziò ad essere usata nella seconda metà del XV secolo. Il termine deriva dall'olandese hake-bus (scatola con uncino). La parola italiana nasce invece dall'intrusione delle parole arco e buco.

Era un'arma ad avancarica, a canna liscia il cui calibro era intorno ai 15 -18mm ed è considerata la prima arma da fuoco che poteva essere imbracciata in modo simile agli attuali fucili permettendo una certa precisione nel tiro. La sua gittata era limitata a circa 50m a causa dei rimbalzi che il proiettile subiva contro le pareti della canna e donavano a quest'ultimo una traiettoria piuttosto erratica.

Fucile sette canne Nock




Il fucile sette canne Nock era a canna liscia a pietra focaia arma utilizzata dalla Royal Navy durante le prime fasi delle guerre napoleoniche.Progettato per il combattimento da nave a nave, il suo uso è stato limitato e infine interrotto perché il potente rinculo limitato il suo utilizzo.



L'arma è stata inventata dall'ingegnere inglese James Wilson nel 1779, e prende il nome Nock, il produttore di armamenti londinese contratto per costruire I'arma. La scarica simultanea di sette colpi avrebbe effetti devastanti sui gruppi molto compatti di  nemici.



L'arma era attivata da un meccanismo a pietra focaia di serie, con la polvere da sparo innesco accensione della carica centrale tramite un piccolo sfogo. Quando il flash ha raggiunto la camera centrale, tutte le sette canne, sparando più o meno simultaneamente.


I primi modelli presentavano canne rigate, ma questo ha reso il caricamento , un processo lungo e ingombrante,  quindi i modelli che seguirono furono realizzati con canna liscia.


Durante le prime fasi delle guerre napoleoniche, 635 Nock fucili sono stati acquistati dalla Royal Navy. Tuttavia, i tentativi di utilizzare l'arma durante il combattimento rivelarono rapidamente difetti di progettazione. Il rinculo causato da tutti i sette colpi era più potente di quanto si potesse pensare,  in ogni caso l'arma era molto difficile da controllare.

Scheda tecnica

Lunghezza Canna 20 pollici (510 mm).
Cartuccia 0,52 pollici (13,2 millimetri).
Azione Flintlock, canna multipla.
Tasso di fuoco Sette colpi .

Il fucile sette canne Nock e' stato portato all'attenzione moderna grazie alla sua apparizione nel film La battaglia di Alamo.

I fucili d'assalto..



I fucili d'assalto offrono molti vantaggi, tra cui la possibilità di poter sparare efficacemente mentre si è in movimento, il non dover più provvedere al riarmo dell'arma dopo ogni colpo, ed alcune tattiche, tra cui il fuoco di saturazione.

Ci sono alcune caratteristiche comuni nei fucili d'assalto:
 * capacità di fuoco selettivo: l'arma può sparare sia a colpo singolo sia in modalità automatica.  * L'essere dotato di un caricatore amovibile ad alta capacità.  * l'utilizzo della cosiddetta munizione intermedia.
Il termine venne coniato dallo stato maggiore britannico per descrivere le nuove armi messe in campo dalle forze armate tedesche durante la Seconda guerra mondiale.


 Queste avevano sviluppato una nuova maschinenpistole (pistola automatica) MP-44 dalle caratteristiche inusuali. Infatti essa era più simile ad un fucile che non ad una pistola, usava una munizione "intermedia" (meno potente dei calibri ordinari da fucile, ma più potente dei calibri da pistola dell'epoca). I generali tedeschi si accorsero delle vere potenzialità dell'arma ma incontrarono la forte opposizione di Adolf Hitler, ostile al concetto di munizione intermedia ed a dotare i suoi soldati di un'arma che percepiva meno potente. Testata sul campo di battaglia incontrò un ampio favore tra le truppe. Rinominata "SturmGewehr-44", o StG-44 (dal tedesco "Sturm", tempresta e "Gewehr", fucile) Hitler la vide come un ottimo strumento di propaganda ed approvò, finalmente, la produzione di massa.
L'StG non fu il primo fucile d'assalto della storia, infatti taluni vogliono come capostipite della dinastia il russo Fedorov Avtomat, od altri ancora (forse di diritto, anche se completamente inaffidabili e soggetto a continui inceppamenti) l'italiano Cei-Rigotti; entrambe queste armi vennero utilizzate in minuscoli quantitativi nella prima guerra mondiale e negli anni immediatamente successivi, soprattutto l'Avtomat che si rivelò essere un'arma affidabile e potente, anche se molto costosa e difficile da produrre. Un'altra arma, forse più simile ad un fucile automatico che ad un vero fucile d'assalto, era il messicano Mondragon mod. 1900, utilizzato in piccola serie anche dai tedeschi nella prima guerra mondiale, oltre che nella rivoluzione messicana. Sta di fatto che l'StG è stato il primo fucile d'assalto ad essere impiegato da un esercito regolare effettivamente come tale e in quantitativi notevoli; inoltre era un fucile d'assalto che incorporava tutte le caratteristiche dell'arma in maniera completa e non sperimentale. In particolare era un'arma utilizzabile sia per il fuoco automatico che per quello semiautomatico, con una munizione leggera (Cei Rigotti e Avtomat utilizzavano proiettili full power poco potenti, mentre lo StG aveva una munizione "intermedia" vera) e un peso contenuto, una gittata inferiore a quella di un fucile "tradizionale", dimensioni ridotte, ecc. Da allora i tentativi di replicare la formidabile arma crebbero in numero e varietà, tra cui il primo e più famoso Kalashnikov AK-47.
Altri notabili fucili d'assalto sono il tuttora validissimo M16 statunitense e la sua evoluzione l'M4 , l'SA80 (conosciuto anche come L85), l'FN FAL belga nel calibro tedesco 7,92 x 33 Kurz (era stato originariamente progettato per lo Stg-45), l'israeliano Tavor e l'italiano Beretta AR 70/90.
Le diverse tipologie di munizione nei fucili d'assalto sono quantomai numerose. La genesi di queste munizioni intermedie possono essere grossolanamente ricondotte a due grandi famiglie: quelle derivate accorciando delle munizioni "full-power" dei fucili d'ordinanza (il 7,92 Kurz o il 7,62 Soviet dell'AK47 rientrano in questa categoria...) o creandone di totalmente nuove (il 5,56 NATO od i nuovi calibri iperveloci come il 5,7 della Five Seven belga appartengono a questo tipo).

Entrambi i calibri intermedi, rispetto alle munizioni da fucile classiche, hanno il vantaggio di rendere l'arma controllabile nella modalità di fuoco a raffica e permettono di portare molte più munizioni in combattimento.
Ci sono vari tipi di munizioni, come ad esempio le semplici Full Metal Jacket (FMJ), quelle a Punta cava JHP (vietate dalla convenzione di Ginevra), quelle traccianti, quelle perforanti ed altre ancora. Le munizioni FMJ hanno un nucleo di piombo incamiciato in un metallo più duro (ottone o leghe di rame con altri metalli più duri...) che garantisce la resistenza della palla. Sono obbligatorie come standard minimo in ambito militare, per garantire ferite "pulite" ed evitare la deformazione del proiettile nell'impatto contro bersagli umani. Le munizioni a punta cava, sfruttando il principio dello shock idrodinamico si espandono o frammentano più facilmente all'impatto causando danni maggiori ad un corpo umano ma con minore effetto su eventuali protezioni come giubbotti antiproiettile. Le palle traccianti hanno la base concava e riempita di una miscela luminosa a base di fosforo, che si incendia ed è visibile già dopo circa 40-50 metri. Queste ultime sono utili negli scontri notturni od in ambiente urbano per permettere al tiratore di individuare la precisa traiettoria dei proiettili sparati con tiro istintivo. Un altro uso prevede l'inserire uno di questi colpi al terzultimo posto del caricatore, in questo modo alla partenza del proiettile tracciante la persona che utilizza l'arma sa che il caricatore è quasi terminato, e che è presto necessaria la sostituzione di questo.
I fucili d'assalto oltre a differenze nel calibro offrono fondamentali differenze nel design, a seconda delle richieste specifiche del committente. Un esempio sono i fucili d'assalto cosiddetti "compatti", ottimi nel combattimento urbano, a causa del ridotto ingombro e della facilità di trasporto. Un'altra variante sono i moderni fucili dalla configurazione "bullpup", con il caricatore spostato indietro rispetto al grilletto, ottenendo un fucile più corto a parità di lunghezza di canna ma, d'altra parte, l'impossibilità di cambiare spalla ed impugnatura per il tiratore, cosa essenziale se si vuole sparare da un riparo che può trovarsi dalla parte opposta di come si impugna abitualmente l'arma. Per esempio, un soldato mancino che utilizzi uno Steyr AUG (che presenta la finestra di espulsione sulla sinistra) potrà sparare riparato se il riparo si trova alla sua destra, mentre esporrà completamente il corpo se il riparo disponibile si trova a sinistra. Questo difetto che compromette anche la possibilità di utilizzo da parte di soldati con diversa mano dominante se non con difficoltose modifiche, è stato risolto da alcuni fucili di ultima generazione come l'FN F2000 che fa uscire la cartuccia dalla sommità della canna.
Gli eserciti di Austria, Irlanda, Australia e Gran Bretagna hanno dovuto variare le tattiche di fuoco e copertura per ovviare parzialmente a questo problema, posto dalle armi "bullpup"