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Pistole Limited Edition: "Engraving N03"


Proprio come ciascuna delle 10 92FS in Edizione Limitata, anche la n. 3 presenta caratteristiche uniche.

Pistola Beretta 92FS Pistole Limited Edition



I raffinati profili dell'incisione in stile Liberty, i motivi ornamentali e floreali con foglie in rimessa in oro, donano a questa pistola una elegante e tradizionale bellezza. Le scritte in oro sul carrello otturatore sono ulteriormente adornate dai floreali inserti di materiale prezioso in argento e oro.

Fonte


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Edizione limitata della storica 92 FS

Beretta offre una edizione limitata della storica 92 FS (cal. 9x19mm).
 caratterizzata da un ornato ad incisione floreale presente sul carrello otturatore e sul fusto della pistola, mentre le guancette sono in legno di Ebano nero. Il contrasto tra il legno opaco e la lucidatura  donano alla pistola una straordinaria bellezza. Sul carrello otturatore vi sono le scritte in oro per completare il capolavoro.

 incisione N01 "Engraving N01"

Diamanti per una Beretta 92FS





Un pezzo unico disegnato e creato da Beretta in collaborazione, con Barozzi, gioielliere a Brescia. Si tratta di una 92FS, famosa in tutto il mondo essendo la pistola lato ufficiale di corpi di polizia e gli eserciti in molti paesi. Un omaggio al concetto di puro lusso arricchita da manopole realizzate di oro bianco completamente ricoperta da diamanti.

AF2011 Dueller Prismatic (Una pistola bresciana con cui colpire James Bond)

AF2011 Dueller Prismatic: da Gardone Valtrompia la pistola di James Bond





Una pistola bresciana con cui colpire James Bond. Non è una minaccia, ma un dato di fatto: il nemico numero uno dello 007 interpretato da Daniel Craig – il nuovo film ‘Spectre’ è nelle sale proprio in questi giorni – impugna infatti una pistola completamente made in Brescia, o meglio made in Valtrompia. Lo scrive BresciaOggi.
Dave Bautista è l’attore che interpreta Mister Hinx: killer di lungo corso e ovviamente ‘socio’ della Spectre contro cui James Bond dovrà combattere dall’inizio alla fine. Nella fondina di Mister Hinx una AF-2011 Dueller Prismatic, una pistola disegnata e forgiata dalla Arsenal Firearms di Magno, frazione di Gardone Valtrompia.
Il titolare dell’azienda, un vero laboratorio artigianale già definito come “la boutique della armi”, è il bresciano Nicola Bandini. I dettagli tecnici dell’arma, raccontati ancora da BresciaOggi: è alimentata da due caricatori monofilari in lamierino d’acciaio e con fondello singolo, attivata da due grilletti per una doppia ‘bocca’. Fanno fuoco contemporaneamente.
Una pistola spettacolare, ideale dunque per ben accompagnare le scene altrettanto spettacolari della pellicola diretta da Sam Mendes. Prodotta appunto dalla Arsenal Firearms, attiva dal 2011 e ormai conosciuta in tutto il mondo. 
Note Tecniche
La AF2011 Dueller Prismatic Ã¨ la "terza incarnazione" della AF2011-A1 Second Century", ovvero la prima pistola semi-automatica a doppia canna ad essere prodotta in serie, ed è offerta nei calibri .45 ACP, .38 Super Auto e 10mm Auto.
Alimentata da due caricatori monofilari in lamierino d'acciaio con fondello singolo, ed attivata da due grilletti che intervengono su un doppio cane a cresta singola, la AF2011 Dueller Prismatic fa fuoco contemporaneamente, con unTiming perfettamente studiato per impedire inceppamenti, da due canne parallele da sei pollici e mezzo di lunghezza, realizzate in acciaio SUS416 e munite di fori di compensazione.
Il carrello dell'arma, macchinato dal pieno in acciaio 39NiCrMo con macchinari CNC a cinque assi con tolleranze rigidissime (così come peraltro il fusto), presenta intagli anteriori e posteriori ed ospita una tacca di mira fissa ad alta visibilità ed una mira posteriore regolabile. Si tratta, a tutti gli effetti, di una versione a doppia canna di una pistola 1911 preparata per il tiro dinamico, tant'è che tra le altre caratteristiche annovera guancette dell'impugnatura in G10 e una coppia di grilletti scheletrati.
Foto presente in internet ,  istantanea di una pagina web del sito: 
 fonte :www.all4shooters.com
Tutte le informazioni riportate su questa pagina sono state prelevate da fonti pubbliche su internet o inserite dagli utenti.

La pistola di 007


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Chi non ricorda nei tanti film di James Bond almeno una scena in cui l’agente segreto usa la sua arma d’ordinanza? Ebbene è dal primo film “Licenza di uccidere” che la Walther PPK è la pistola di Bond. Il primo degli infiniti gadget che Q gli prepara all’inizio di ogni nuova avventura.
Per ricordare questo protagonista indiscusso del grande schermo, Armi e Accessori, portale per la compravendita di armi online, vuole dedicare questo articolo all’armamentario di James Bond.
Da “Il domani non muore mai” (1997) in poi, cioè negli ultimi film della saga di 007, Bond usa, invece, la Walther P99, versione moderna della PPK, fino ad arrivare all’ultima pellicola “Skyfall” (ora è Daniel Craig nel ruolo dell’agente segreto) dove la Walther P99 appare in una versione futuristica in quanto è in grado di riconoscere, grazie a sofisticatissimi sensori, la mano del suo proprietario e quindi solo lui può usarla.
Al di là della notorietà data a questa arma dal cinema, la Walther PPK fu prodotta dal 1931 dalla Carl Walther ed era molto usata in Germania durante la Seconda Guerra Mondiale. Una curiosità: Hitler si suicidò proprio con questa pistola. PPK parrebbe l’acronimo di Polizei Pistole Kriminal.
La pistola Walther P99 è, invece, la più recente ed innovativa tra le armi corte della casa tedesca.
L’arma fu prodotta dal 1996 e, pur essendo una “full size” si presenta esteticamente gradevole, compatta, leggera e sottile.
Tra le peculiarità più rilevanti di quest’arma ricordiamo il fusto in tecnopolimero; questa caratterizzazione, unita alla possibilità di sganciare il caricatore tramite due levette allineate al ponticello del grilletto e al percussore lanciato garantisce un’ottima tenuta e una reale maneggevolezza.
Ma parlando di pistole e di 007 non si può non accennare alla pistola d’oro di Scaramanga, il killer nemico di Bond soprannominato appunto “L’uomo dalla pistola d’oro” (1974); quest’arma può essere smontata in vari pezzi che diventano un portasigari, un accendino, due gemelli e una penna stilografica… tutto d’oro.

DATI TECNICI

Tipo di armaPistola semiautomatica
Peso590 g
Lunghezza155 mm
Lunghezza canna83 mm
Altezza100 mm
Calibro7.65 x 17 (7,65Browning) o 9x 17 (9mm corto)
Tipo munizioni7,65Browning o 9 mm corto
Velocità alla volata308 m/s (7,65Browning) – 244m/s (9mm corto)
AlimentazioneCaricatore amovibile da 7 o 6 colpi
Organi di miraAnteriore a lama, posteriore a U regolabile

I calibri dei fucili da caccia a pallini


I calibri dei fucili da caccia a pallini sono tradizionalmente indicati da un numero inversamente proporzionato al diametro relativo dell'anima della canna. Così, ad esempio, un calibro 12 è più grande di un 20 e questo è a sua volta maggiore di un 28.
Il motivo di questo risiede nel fatto che quando gli armaioli inglesi decisero di stabilire una numerazione convenzionale dei calibri dei fucili da caccia, si basarono sul peso della palla sferica in piombo, corrispondente al calibro in esame, espressa in frazioni di libbra ovvero nel numero di palle che si potevano ricavare da una libbra (pound) di piombo, pari a 453,6 grammi secondo il sistema britannico (detto anche imperiale poichè fu codificato definitivamente sotto il regno dell'imperatrice Vittoria)



calibro / diametro (mm.)

4 - 23,35
6 - 21,75
8 - 20,80
10 - 19,30
12 - 18,10
14 - 17,20
16 - 16,80
20 - 15,60
24 - 14,70
28 - 14
32 - 12,75
36 - 10,40
 


A questi va aggiunto il .410 americano che ha il diametro indicato in millesimi di pollice.
Esistono poi il 9mm. Flobert , l'8 mm Flobert e il 6 mm.Flobert: sono calibri che un tempo erano di libera vendita come le armi ad aria
compressa e venivano usati anche per insegnare ai giovanissimi l'uso delle armi. Da quando per acquistarli occorre adempiere agli stessi obblighi di chi acquista una "vera" arma sono caduti un pò in isuso.
Nei calibri medi (dal 12 al 20) la lunghezza normale del bossolo è di 70 mm. ma nel calibro 12 e nel 20 esistono le cartucce magnum che hanno il bossolo lungo 76 mm. (3") e nel 12 addirittura il supermagnum con bossolo da 89 mm (3 1/2") . Anche il .410 magnum ha il bossoo da 76 mm.
In Italia i calibri superiori al 12 non sono consentiti per la caccia. In lacuni stati americani si può ancora utilizzare il 10 e questo fa sì che qualche modello sia ancora prodotto, specie nel calibro 10 magnum con bossolo da 89 mm ( il bossolo normale del calibro 10 è da 76 mm.) usato sopratutto per la caccia in palude agli uccelli acquatici (dove si tira da grandi distanze) mentre i calibri ancora superiori, un tempo usati anche per la caccia grossa, sono ormai quasi dappertutto scomparsi con l'eccezione di quei paesi dove si possono ancora usare le "spingarde", grossi fucili da barca, sempre nelle zone paludose.
Recentemente c'è stato un ritorno in auge dei calibri inferiori, particolarmente del 28, che un tempo erano usati sopratutto per il tiro a fermo dal capanno e ora invece vengono utilizzati per tutta caccia. In parte le aumentate prestazioni delle armi da caccia hanno permesso ciò ma la ragione principale è il ritorno a una caccia incentrata più sull'abilità del tiratore e sul concetto di sportività che non sull'incremento di potenza come negli anni passati.


Il calibro 14 deriva dalla trasformazione dei fucili da avancarica a retrocarica.
Si diffuse soprattutto nei fucili a spillo, in misura minore nei retrocarica a percussione centrale.
Era un calibro intermedio tra il 16 e il 12, portava 30 grammi di piombo come dose standard (al pari dei 28 g del 16 e i 32 g del 12).

Credo sia andato in disuso già negli anni venti in quanto non offriva nessun reale vantaggio rispetto al 16 e al 12. Le armi sono rare, prevalentemente doppiette, forse qualche monocanna ma non ne ho mai visto uno.

Termine Bolt-action


Con il termine Bolt-action si identifica un sistema per la chiusura della culatta in carabine o fucili a ripetizione manuale o a colpo singolo, nel quale l'otturatore si muove manualmente prima ruotandolo sul prorio asse ed arretrandolo per aprire la culatta ed espellere il bossolo sparato e poi, con movimento contrario, permettere il cameramento di un'altra cartuccia, richiudere la culatta e rendere l'arma pronta allo sparo.

La prima applicazione pratica di questo sistema si è avuta con l’adozione da parte della Prussia del fucile ad ago Dreyse (1841). Nei decenni successivi, le armi a otturatore girevole-scorrevole hanno raggiunto una diffusione in campo militare pressoché universale, almeno fino alla seconda guerra mondiale. Il sistema infatti si è rivelato funzionale, oltre che per la armi ad ago, anche per quelle a percussione centrale o anulare, per le armi monocolpo (come l'ordinanza italiana Vetterli) come per quelle a ripetizione, sia per le armi a polvere nera che per quelle successive a polvere infume.

Doppietta BENETTI A.



foto prese da internet  fonte

Incisione "Rose and Scroll" ben eseguita, calcio a 1/2 pistola di grado 3 satinato, calciolo e goccia in bachelite, canne di acciaio Wichers perfettamente tirate e brunite.-

Scheda tecnica 
MOD. Silver Pigeon
MARCA: A. Benetti G.V.T. (BS)
CALIBRO: 16  (17,0 - 17,0)
LUNGHEZZA CANNE: cm. 70 - Kg 1,440
STROZZATURE 1° CANNA: 6/10 (16,4)
STROZZATURE 2° CANNA: 9/10 (16,1)
CAMERA SCOPPIO: mm.70-Bascula mm.50
LUNGHEZZA CALCIO: cm. 36,0 (Dx)
PESO: Kg. 3,250
ANNO FABBRICAZIONE: 1956 circa
NOTE PARTICOLARI: Canne con ramponi saldati, bigrillo, no ejectors, batterie tipo H&H curatissime, bindella larga, finitura argento vecchio.-


STORIA DEL PRODUTTORE: ANDREA BENETTI G.V.T. (BS) ITALY

Benetti Andrea, già Isidoro; costruttore di armi leggere in Gardone Val Trompia fin dal 1954, ha costruito armi da caccia di pregevole fattura usando sempre materiali di qualità.

Doppietta Darner





Calcio Inglese in radica grado 4 finitura satinata con calciolo in osso, incisione a sbalzo molto bella, mirino avorio, doppietta molto particolare, ottimi acciai, peso molto contenuto, estrema manegevolezza.-

STORIA DEL PRODUTTORE: DARNE ST. ETIENNE FRANCE

Metodi di caccia

Metodi di caccia

                                                                      
LA BATTUTA:
Si definisce propriamente Battuta il metodo di caccia per il quale i cinghiali vengono forzati verso le poste da un fronte costituito da soli battitori, prescindendo quindi dall'uso dei cani. Il numero dei battitori e la distanza fra ciascuno di essi dipende dalla superfice della zona da battere, dalla natura del terreno e dalla copertura vegetale che si incontrerà sul fronte di battuta. Contrariamente a quanto viene spesso ritenuto, nella battuta è buona regola procedere lentamente e senza eccessivo rumore, in tal modo si ottiene il risultato di non allarmare eccessivamente gli animali, ciò consente che essi giungano nei pressi delle poste a velocità moderata così da far risultare il tiro facilitato diminuendo la frequenza dei capi feriti e difficilmente recuperabili.

LA GIRATA:
Nel caso della Girata i cinghiali sono forzati verso le poste per l'azione di un unico cane, detto " Limiere", condotto da un conduttore di cane Limiere, che deve risultare abilitato a seguito di prova attitudinale, da eseguirsi sia per il conduttore che per il cane. Il limiere ha il compito di trovare le tracce recenti dei cinghiali che dopo la pastura notturna hanno raggiunto le lestre . Diverse razze di cani sono utilizzabili a questo scopo, ma tra quelle che forniscono i soggetti più adatti può essere citato il Dachsbracke; di fondamentale importanza risulta in ogni caso la selezione e l'addestramento dei soggetti impiegati, che debbono procedere lentamente, con metodo e tranquillità, risultare perfettamente in mano al conduttore e rientrare rapidamente senza inutili inseguimenti. La girata presuppone l'adozione di un numero limitato di poste da quattro a otto . L'azione ha il massimo rendimento se preventivamente viene eseguito in modo corretto la tracciatura, cioè verificare le tracce e le pasture dei cinghiali eseguite nella notte e seguirle fino ad arrivare ai rifugi. Si tratta di un metodo di caccia che presuppone un'ottima conoscenza dei luoghi e delle abitudini dei cinghiali e che, rispetto alla braccata ha il vantaggio di disturbare meno le altre specie selvatiche, e l'ambiente in cui si svolge.

LA BRACCATA:
  Si definisce propriamente braccata la forma di caccia collettiva in cui i cinghiali vengono spinti verso le poste da una muta di cani condotti da un numero più o meno elevato di conduttori (canettieri o bracchieri). E' questa la forma di caccia al cinghiale attualmente più diffusa in Italia ed ha come modello la cosiddetta " cacciarella" praticata, a partire dalla seconda metà dell'ottocento, nella Maremma toscana e laziale. In generale la braccata copre una porzione rilevante di territorio, comporrta l'utilizzo contemporaneo di molti cani e anche le poste sono molto numerose. La velocità con la quale i cinghiali vengono mossi dipende in larga misura dal tipo di azione svolta dai cani e conseguentemente dalle loro caratteristiche morfologiche ed attitudinali. In tal senso esiste una vasta varietà di cani utilizzati, ad esempio l'istriano, il griffone vandeano, il beagle i segugi italiani e svizzeri, il posevatz, il segugio dei balcani, a volte nelle mute trovano impiego anche razze utilizzate in genere come cani da tana, terriers o bassotti, dotati di una cerca limitata ma assai efficace e di un notevole coraggio e perseveranza. Purtroppo nella realtà vengono spesso utilizzate mute miste di cani di varia origine, di nessuna tipicità e, ciò che è più grave, privi della necessaria specializzazione ed addestramento, il che tende ad aggravare ulteriormente alcune caratteristiche negative della braccata: scarsa selettività e forte disturbo delle zoocenosi. Sarebbe auspicabile che sempre più in futuro si privilegiassero gli aspetti tecnici di tale forma di caccia. Utilizzo di mute omogenee, indipendentemente dalle razze rappresentate, per ciò che concerne velocità e resistenza, in modo da evitare il frazionamento della muta durante l'inseguimento. Uso di cani ben addestrati e in grado di rientrare con prontezza al richiamo in qualsiasi fase della braccata, essi dovranno trascurare la passata di altri ungulati, o comunque di altri mammiferi.


CACCIA INDIVIDUALE.
Si tratta di tecniche venatorie tipicamente utilizzate per il prelievo selettivo, generalmente viene eseguita da una altana con l'uso di carabine di alta precisione dotate di canocchiale di mira che permettono tiri sicuri ed efficaci. Le altane vengono installate nei territori dove la presenza del cinghiale è in contrasto con le colture agricole e dove si riscontrano danni ingenti alle colture.

Zoli Black Magic Fluted




E’ nera, è bella ed è molto precisa. In più ha la canna scanalata per ridurre le vibrazioni. E’ l’ultima intrigante versione della carabina da tiro prodotta dalla Zoli in calibro .300 Winchester Magnum. Ma per averla bisogna aspettare tre mesi
di Mauro Maggi

Express Rizzini 92 EL




Foto relative : Rizzini Express 9,3x74R modelo 92

Ricavata da un blocco di acciaio forgiato al Nichel-Cromo-Molibdeno, la bascula dell’ Express 92 EL è a profilo rialzato con cartelle laterali. Dimensionalmente è sovrapponibile a quella dei sovrapposti Rizzini in calibro 20. Il sistema di chiusura si avvale di tasselli passanti. Ciò significa che sul petto di bascula sono ricavate due fresature rettangolari nelle quali vanno a incastrarsi i relativi tenoni ricavati sul monoblocco delle canne. Ad arma chiusa quindi si realizza un robusto ancoraggio tra monoblocco e azione in grado di contrastare efficacemente lo scostamento delle canne provocato dallo sparo. La finitura interna è cromata. L’arma beneficia degli estrattori automatici mentre lo scatto è affidato a un monogrillo. I fianchi della bascula sono completamente incisi a mano con inglesina e scene di animali, nel nostro caso un possente solengo sul lato sinistro, un cervo al bramito sul lato destro e un capriolo sul petto di bascula. La chiave di apertura è traforata. Su richiesta si possono commissionare soggetti personalizzati. 
Canne a convergenza regolabile
Le canne dell’Express 92 EL sono realizzate in acciaio al Cromo Molibdeno e misurano 60 centimetri. Sono rifinite con una profonda brunitura lucida e sulla volata riportano un grano con testa Allen grazie al quale è possibile intervenire sulla loro convergenza, ottimizzandola in base alla munizione impiegata. Da sottolineare poi che come tutti gli express della casa di Marcheno anche questo può essere equipaggiato con una coppia di canne supplementari in calibro 20.
Calciatura a pistola con appoggiaguancia
Il calcio è a pistola dotato di un pronunciato appoggiaguancia ovale ottimamente realizzato. Un calciolo in gomma attenua ragionevolmente la sensazione di rinculo trasmessa dall’arma. L’astina ha il terminale anteriore a becco d’oca ed è zigrinata manualmente a passo fine. Lo sgancio dal gruppo delle canne avviene tramite un pulsante situato sulla parte anteriore dell’astina che ospita anche la croce autoregolante che grazie a un tirante recupera automaticamente qualsiasi gioco dovesse insorgere tra canne e bascula, fenomeno possibile passando da quelle rigate a quelle lisce.
Ci sentiamo di porre l’accento sulla qualità del legno utilizzato per il calcio poiché ci è capitato raramente di incontrare legni così belli su un’arma appartenente alla fascia di prezzo di questo 92 EL.
Organi di mira 

Sulla bindella finemente zigrinata dell’Express è applicata a coda di rondine una tacca di mira con riferimenti luminescenti in plastica. Alla tacca corrisponde un mirino su rampa costituito da un segmento in fibre ottiche di colore rosso, facilmente acquisibile anche in condizioni di scarsa luce. Per chi preferisse il montaggio di un’ottica di mira, si rivelano utili le fresature già predisposte sulla bindella.
Calibri disponibili
L’arma fotografata è camerata in calibro 8x57 JRS, una delle munizioni europee più diffuse nelle carabine basculanti, considerata un factotum per la caccia generica agli ungulati, anche di grande taglia. Oltre a questo e alla già citata possibilità di montare un set di canne in calibro 20 l’Express 92 EL è disponibile in 7x65R, 9,3x74, .30-06, .308 Winchester, .444 Marlin e .30R Blaser.
Conclusioni
Con i suoi 3 chili e mezzo di peso e una buona bilanciatura l’Express 92 EL è una carabina maneggevole e facile da portare in punteria. Beneficia di organi di mira facilmente acquisibili nel tiro istintivo e durante la prova di rosata effettuata con cartucce commerciali RWS alla distanza di 50 metri ha mostrato di poter offrire una precisione notevole. 

Costruttore:  Rizzini di Rizzini B. & C.snc - via 2 Giugno 7/7 bis
25060 Marcheno (BS) Tel. 030/861163 - Fax 030/861319
Modello: Express 92 EL
Tipologia:  fucile a canne sovrapposte
Calibro: 8x57 JRS, altri disponibili 7x65R, 9,3x74, .30-06,.308 Winchester, .444 Marlin e .30R Blaser
Bascula: acciaio speciale forgiato, lavorato su centri a controllo numerico
Chiusura: a perni passanti
Lunghezza canna: 60 cm
Mire: mirino di fibra ottica, tacca registrabile
Bindella: 1/3 di canna e rampa in volata
Materiali:  acciaio al Ni-Cr-Mo e canne in Cr-Mo
Calciatura: a pistola con poggiaguancia
Finitura: canne brunite, bascula incisa a mano con soggetti venatori 


Il suo prezzo al pubblico era :  lire 14.400.000

Remington 700



Le foto sono relative al MODEL 700 - 200TH YEAR ANNIVERSARY LIMITED EDITION


Il fucile Remington “700” può essere definito incondizionatamente un’arma di successo, visto che è uno dei bolt action più venduti nel suo Paese d’origine ed è spesso utilizzato come base per la creazione di fucili custom. Questa preferenza generalizzata dipende, oltre che dalla tradizionale qualità dei prodotti Remington, da un’accorta progettazione. Una caratteristica fondamentale ai fini della sicurezza è la testa dell'otturatore con la circonferenza in rilievo (counterbored): si tratta di un anello che, senza interruzioni, avvolge il fondello della cartuccia. Questo anello s'inserisce completamente nella camera di cartuccia della canna che, a sua volta, è avvolta completamente dall’anello della scatola di culatta. Sono questi i "tre anelli d'acciaio", spesso citati dalla pubblicità.
Due altre caratteristiche del Remington “700” permettono di ottenere una precisione notevole: lo scatto solitamente di buona qualità e il tempo di percussione brevissimo (appena 3 millisecondi).
Su questo impianto così efficiente e collaudato sono possibili nuovi interventi? La risposta è ­ come vedremo ­ affermativa e le novità nascono dalle inedite prospettive offerte dalla moderna tecnologia.
Il rivoluzionario modello 710
Dall’esperienza del “700”, su cui sono state innestate non poche innovazioni tecnologiche, è nato il nuovo bolt action Remington “710”, fucile che dichiaratamente s’inserisce nella fascia di prezzo economica. Il suo sistema di chiusura presenta un’importante novità costituita dal fatto che i tenoni di chiusura ricavati sulla testa dell’otturatore sono tre, che impegnano altrettante sedi corrispondenti presenti nella parte posteriore della canna, e non nella scatola di culatta come avveniva nel modello “700”. Quest’accoppiamento diretto otturatore/canna costituisce un’indubbia garanzia di solidità. 
La scatola di culatta presenta un inserto di nylon rinforzato con fibra di vetro impregnata di Teflon e silicone allo scopo di garantire la massima scorrevolezza dell’otturatore, il che costituisce un’autentica novità. 
Il sistema di chiusura a tre tenoni comporta un angolo di apertura dell’otturatore di 60° (contro i 90° che si riscontrano nel caso di un otturatore con due tenoni contrapposti); questa minore rotazione del manubrio dell’otturatore permette di ripetere più velocemente i colpi. 
Oltre alla tradizionale leva della sicurezza manuale, il “710” nasce con l’Integrated Security System, un ulteriore dispositivo con chiave amovibile che deve essere infilata in un nottolino ricavato nella parte posteriore dell’otturatore. Essa può bloccare l’otturatore in posizione di apertura, di modo che persone non autorizzate (bambini, intrusi eccetera) non possano utilizzare l’arma. 
Altre caratteristiche degne di nota sono il caricatore bifilare estraibile (a esposizione singola della cartuccia) realizzato in lamierino d’acciaio, capace di 4 colpi. La canna da 22 pollici (559 mm), accoppiata a pressione con la scatola di culatta (e non più avvitata, fatto che determina un certo risparmio), è forgiata a freddo. Il calcio, di materiale sintetico di colore grigio scuro, presenta un generoso poggiaguancia, il calciolo nero di gomma e le magliette per la cinghia. Inizialmente il Remington “710” è prodotto nei calibri .270 Win. e .30-06 (in entrambi i casi l’anima della canna presenta 6 righe destrorse con passo di 10 pollici); la sua lunghezza totale è di 1080 millimetri e pesa circa 3230 grammi.

In Italia è previsto per il mese di giugno (catalogazione da parte del ministero dell’Interno permettendo) ad un prezzo particolarmente vantaggioso (1.350.000 lire, ossia 697 euro) considerando che il Remington “710” è fornito completo di cannocchiale Bushnell “Sharpshooter” 3-9x40, già montato e tarato in fabbrica. Da un primo esame del “710”, forzatamente superficiale, ci pare che il contenimento dei costi derivi dal tipo di calcio impiegato, dalle sobrie rifiniture e dalla nuova tecnologia utilizzata per costruirlo che tuttavia non dovrebbe incidere né sulle prestazioni, né sulla sicurezza d’uso.
Model 700 Titanium 
La tendenza a produrre dei bolt action alleggeriti per l'uso in montagna (che costituiscono indubbiamente un'alternativa allettante ai fucili basculanti) riguardava per ora solo i piccoli preparatori, alcuni in grado di allestire dei fucili veramente belli (la base da cui sono ricavati è di solito il Remington “700”). Il fenomeno ha preso piede e ora è la stessa Remington a proporre una versione del “700” con scatola di culatta in titanio, metallo che garantisce la stessa robustezza dell’acciaio, con un peso ridotto. Sempre per contenere il “carico” che il cacciatore è destinato a trasportare, il corpo dell’otturatore (d’acciaio) presenta un alleggerimento a scanalature elicoidali ­ molto bello anche dal punto di vista estetico ­ ottenuto sfruttando il “quarto asse” dei centri di lavoro a controllo numerico computerizzato; inoltre il manubrio è cavo internamente.
Il risultato è evidente: la versione con l’azione corta pesa 2380 grammi, con quella lunga si arriva a 2490.

Il Remington “700 Titanium” monta una canna d’acciaio inossidabile tipo 416 lunga 22 pollici (559 mm), con profilo esterno conico (“mountain contour”), priva di mire metalliche. Per inciso, ricordiamo che la scatola di culatta presenta le opportune fresature per il fissaggio diretto degli attacchi del cannocchiale. Anche il calcio è stato scelto in funzione del contenimento del peso: si tratta di un modello composito, realizzato con fibra di carbonio rinforzata con Kevlar, che garantisce un accoppiamento particolarmente solido con la meccanica, il che è garanzia di precisione nel tiro. Il Remington “700 Titanium” è offerto nei calibri .260 Remington, .270 Win., 7mm-08 e .30-06; in Italia dovrebbe essere disponibile in autunno ad un prezzo di circa 4.000.000 di lire (2.066 euro). Per lo stesso periodo sono attesi anche i modelli “700 EtronX” dotati di scatto elettronico, novità dell’anno 2000 che a causa delle immancabili italiche lungaggini burocratiche non sono ancora presenti nelle armerie di casa nostra.

Il giovane titanio
Il titanio è per abbondanza sulla crosta terrestre il quarto elemento metallico fra i metalli strutturali (dopo alluminio, ferro e magnesio) e il nono elemento in assoluto, distribuito in depositi sfruttabili sparsi per tutto il globo; è presente sulla crosta terrestre sotto forma di minerali, composti e di altri materiali.
A differenza degli altri elementi citati, il titanio ha però una storia molto breve, poiché la sua scoperta risale al 1790, quando il reverendo inglese William Gregor, analizzando delle sabbie trovate in una spiaggia nei pressi della sua parrocchia, vi scoprì un elemento sconosciuto. Il religioso (mineralogista laureato a Cambridge) propose di chiamare tale sabbia “Menaccanite” (dal nome della sua città, Menachan, in Cornovaglia) oppure “Georgium” in onore del re d’Inghilterra.
Nel 1795 anche il chimico tedesco Klaproth, analizzando dei minerali provenienti dall’Ungheria, individuò una sostanza sconosciuta, il rutilo (biossido di titanio); dimostrò che la “Menaccanite” e il rutilo erano minerali composti di uno stesso metallo che chiamò “titanio”, ispirandosi ai Titani della mitologia greca.
Lo sviluppo di un processo per la produzione del titanio di elevata purezza a partire dal minerale richiese oltre un secolo, a causa della tendenza a reagire con l’ossigeno e l’azoto dell’atmosfera (processi Hunter, 1910, e Kroll, 1937).
Gli studi sulle possibili applicazioni, iniziati nel periodo fra le due guerre mondiali, sfociarono nel secondo dopoguerra con i primi casi di uso del titanio nell’industria aeronautica; nel 1947 erano due soli al mondo i produttori di titanio (il Bureau of Mines degli Stati Uniti e la E.I. Du Pont de Nemours Inc.). Negli anni Cinquanta altri cinque gruppi industriali degli Stati Uniti iniziarono a produrre titanio, spinti dalla domanda proveniente soprattutto dal settore aerospaziale. Per gli stessi motivi e per la domanda proveniente dal settore militare, anche in altre parti del mondo (Cina, Giappone, Unione Sovietica) iniziavano a svilupparsi industrie del titanio.
Nonostante la sua grande diffusione in natura, il costo del titanio sotto forma di metallo puro utilizzabile per scopi industriali è tuttora piuttosto elevato a causa delle caratteristiche del mercato mondiale, tipicamente oligopolistico. In particolare, il mercato mondiale del titanio è fortemente influenzato dalla domanda (piuttosto discontinua) proveniente dall’industria aeronautica (che richiede un prodotto puro, pagato anche ad alto prezzo), manca una quotazione ufficiale del prezzo del titanio (fattore determinante nel produrre un mercato poco trasparente), si è creato nel corso degli anni un circolo vizioso di basse previsioni di vendita, bassi investimenti e quindi basso sviluppo dell’industria alimentato dagli alti costi che permangono quando gli investimenti sono scarsi.