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La doppietta 624 Prince




Nella nostra ininterrotta disamina delle doppietta bresciane ci siamo imbattuti più volte in armi costruiti sull’impianto Anson & Deeley, uno schema collaudato che riunisce in sé sicurezza, efficienza e una semplicità costruttiva derivante non tanto dallo schema meccanico in quanto tale, ma dalla sua assidua frequentazione da parte dei tecnici valtrumplini. In altre parole, gli ostacoli costruttivi derivanti dalla sua fabbricazione sono già stati assimilati e superati, rendendo di fatto le doppiette Anson bresciane una categoria di prodotto affidabile e apprezzata. 

ADLER B&T 96 CAL. 9X21 IMI



La ditta Brügger & Thomet, ubicata a Thun (Svizzera), è stata fondata nel 1992 da Karl Brügger e da Heinrich Thomet; produce equipaggiamenti destinati al settore militare e alle forze di polizia, fra cui armi, silenziatori e altre parti speciali. Questa ditta è perfettamente attrezzata per le più importanti lavorazioni dell’acciaio per uso armiero (fra l’altro dispone di otto centri di lavoro a controllo numerico computerizzato) ma non solo, visto che produce anche equipaggiamenti chirurgici e arti artificiali.

La leggendaria cartuccia calibro .22 LR da tiro a segno

Eley cartucce Tenex in calibro.22LR, a percussione anulare, con palla del peso di 40grs. 



La marca inglese Eley è un nome storico nel settore delle munizioni, in particolare in quello delle cartucce calibro .22 a percussione anulare destinate al tiro a segno. Ovvio quindi che l’arrivo della nuova cartuccia “Tenex Ultimate EPS” calibro .22 Long Rifle abbia destato non poco interesse e curiosità fra gli addetti ai lavori.
La fabbrica inglese ha annunciato con motivato orgoglio l’arrivo di questa cartuccia, a fronte delle non comuni caratteristiche costruttive che ha dichiarato. Esse riguardano in primo luogo un miglioramento del 75% (rispetto agli altri costruttori) nella diffusione della sostanza innescante dentro il fondello del bossolo, ottenuta grazie alla climatizzazione dello stabilimento ove si effettua tale operazione. Attenzioni particolari sono state dedicate all’inserimento della palla nel bossolo, ottenuto grazie al taglio perfettamente in piano del colletto, e alla sua crimpatura. La palla, inoltre, presenta una forma alquanto particolare (l’apice dell’ogiva è piano e al suo centro si nota una minuscola appendice), motivata dalle migliori prestazioni balistiche; il costruttore garantisce inoltre un controllo qualità particolarmente attento al codolo della palla che, come si sa, è un’altra area critica ai fini della precisione di tiro.
Sempre secondo i dirigenti della fabbrica inglese, lo sviluppo della “Tenex Ultimate EPS” è costato cinque anni di lavoro e investimenti per un milione di sterline: logico dunque che l’interesse per questa cartuccia fra i tiratori sia altissimo.
L’esame statico
Come primo approccio, abbiamo smontato accuratamente dieci esemplari della nuova cartuccia Eley e, con l’ausilio di un bilancino elettronico Lyman “LE-300”, abbiamo pesato i componenti.
Nel caso della palla, il peso medio è stato di 40,08 grani (otto letture hanno dato 40,1 grani, le altre due 40,0), con deviazione standard di 0,042 grani. Si tratta di un risultato veramente ottimo che denota una costanza eccezionale nella produzione di questa importante parte della cartuccia. Il diametro massimo della palla (in corrispondenza della corona di forzamento) è di 0,226 pollici, ossia 5,74 mm; è un valore piuttosto “abbondante”, che manifesta la sua utilità nel caso di canne un poco usurate e che non crea controindicazioni grazie alla buona duttilità della lega di piombo impiegata. La parte esposta della palla è lievemente ingrassata.
Analogamente, sono state pesate le dieci cariche di lancio (la polvere è costituita da microscopici cilindretti di colore grigio, di varie tonalità), il cui peso medio è stato di 1,04 grani (sei letture hanno dato 1,0 grani, le altre quattro 1,1), con deviazione standard di 0,051 grani. È doverosa una precisazione: il valore riscontrato è certamente molto buono, ma in quest’occasione - ove i pesi in gioco sono minimi - anche il nostro strumento di peso potrebbe avere mostrato i suoi limiti e con una bilancia più sensibile si otterrebbero forse delle letture più precise e anche più costanti.
Infine, il peso medio dei bossoli è stato di 10,11 grani (sei letture su dieci hanno dato 10,1 grani), con deviazione standard di 0,12 grani. Si tratta in questo caso di un dato piuttosto costante, ma meno rispetto ai due parametri esaminati in precedenza.
La prova a fuoco
In via preliminare è stata misurata la velocità iniziale del proiettile, utilizzando per l’occasione una pistola semiautomatica FAS “SP 607”, la cui canna (prodotta dalla Adler) è lunga 142 mm, e una Carabina Libera Anschütz con canna da 690 mm. La velocità media su dieci misurazioni (effettuate alla temperatura ambiente di 24,5° C) è stata nel primo caso di 280,44 m/s (il valore più alto è stato di 286,2 m/s, quello più basso di 276,8), con deviazione standard di 2,54 m/s mentre in quello della carabina è stato di 311,20 m/s (il valore più alto è stato di 313,64 m/s, quello più basso di 306,32) con deviazione standard di 2,35 m/s. L’energia cinetica corrispondente è stata nel primo caso di 10,4 kgm, nel secondo di 12,8 kgm.
La velocità iniziale delle “Tenex Ultimate EPS” si colloca nella media dei valori riscontrabile normalmente per questo tipo di cartucce. Il valore della deviazione standard è piuttosto contenuto e adeguato a una munizione da gara.
Le prove di tiro sono state effettuate, nel caso della pistola, prima sparando a una mano in posizione accademica; la sensazione è stata quella di una cartuccia piuttosto “rotonda”, vigorosa al punto giusto per garantire il funzionamento corretto dell’arma, ma certo non “tosta”.
Per la precisione vera e propria abbiamo sparato in appoggio, alla distanza di 25 metri, con un’altra pistola semiautomatica, una vecchia High Standard “The Victor” con canna da 139 millimetri solcata da 6 righe destrorse che dà ampie garanzie in materia. Non è stato difficile ottenere diverse rosate da cinque colpi del diametro di 17-18 millimetri finché ne abbiamo ottenuta una di forma regolare (dunque non viziata da errori del tiratore) che è compresa in un diametro (da centro a centro dei fori) di 16,5 mm.
Nonostante la particolare forma apicale della palla, le cartucce Eley “Tenex Ultimate EPS” hanno garantito una perfetta alimentazione con le due armi semiautomatiche da noi utilizzate.
Le prove di precisione con arma lunga sono invece state condotte con la solita Carabina Libera Anschütz che, nel tiro in appoggio alla distanza di 50 metri, ha prodotto un’omogenea rosata di cinque colpi del diametro di 12 millimetri.
Indiscutibilmente, la misura delle rosate ottenute è in entrambi i casi molto buona.

Note conclusive 
Le cartucce Eley “Tenex Ultimate EPS” si presentano con tutte le carte in regola per ben figurare in un settore, quello delle munizioni calibro .22 Long Rifle da tiro, particolarmente affollato e in grado di offrire al tiratore numerose possibilità. A fronte di queste condizioni, gioca un ruolo particolarmente importante anche il fattore prezzo che, nel caso delle “Tenex Ultimate EPS”, si colloca nella fascia alta (anche se esistono cartucce più care di queste, come le Lapua “Midas”).
Di certo la Eley offre un prodotto molto curato e costante nel tempo che tuttavia riceverà la “benedizione” definitiva da parte dei tiratori solo a suon di vittorie. Staremo a vedere.
Produttore:  Eley Ltd - Birmingham (Regno Unito) - Internet: www.eley.co.uk
Importatore: Paganini spa - Corso Regina Margherita, 19 bis - 10124 Torino
Tel. 011/8177860 - Fax 011/835418 -
Cartuccia: Tenex Ultimate EPS
Calibro: .22 Long Rifle
Palla:  cilindro-ogivale di piombo, del peso nominale di 40 grani(2,60 grammi)
Peso della carica di lancio:  1,04 grani
Velocità iniziale media riscontrata:  280,44 m/s in pistola, 311,20 m/s in carabina
Deviazione Standard:  2,54 m/s in pistola, 2,35 m/s in carabina
Energia cinetica:  10,40 kgm in pistola, 12,8 kgm in carabina
Sigla del lotto:  UFY1109
Armi della prova:  FAS “SP 607”, High Standard “The Victor”, Carabina Libera Anschütz
Prezzo:  Confezione da 50 cartucce €19,40

Pistola STI modello “V.I.P.” calibro .45 ACP





Virgil Tripp, un armaiolo americano che preparava “1911” da competizione, fondò negli anni Ottanta la ditta STI International con lo scopo di creare qualcosa di veramente nuovo dal punto di vista tecnico. Ai tempi, tutte le preparazioni delle “1911” erano basate sull’impiego di componenti standard; uno dei maggiori meriti della STI è di avere introdotto parti speciali (cani, controcani eccetera) costruite con tecniche nuove e ciò ha permesso di compiere un vero e proprio salto di qualità alle “1911”. Poi, con il primo fusto modulare di acciaio e polimero, in grado di accogliere un caricatore bifilare e con un’architettura che permette l’uso di impugnature di diverse lunghezze, si sono aperti nuovi scenari nella costruzione delle “1911”.

Pistola Hämmerli “X-Esse” calibro .22 Long Rifle





“Just for fun” (solo per il divertimento) è stato l’indovinato slogan che ha accompagnato la nascita della pistola Hämmerli “X-Esse” calibro .22 Long Rifle (v. Armi Magazine n. 4/2000), un’arma propedeutica e per il tiro ricreativo rivoluzionaria rispetto ai canoni tradizionali della Casa di Lenzburg, ma anche in riferimento a certe particolarità della sua organizzazione meccanica (ad esempio, la canna e il fusto fanno parte di un solo blocco d’acciaio). A due anni dalla nascita, la “X-Esse” si è rivelata un buon successo commerciale, propiziato non solo dalla qualità dell’arma ma anche dal prezzo a dir poco conveniente.  Questo successo ha suggerito ai dirigenti Hämmerli di allargare un poco gli orizzonti dell’arma, per ora limitati - come si è detto - al tiro da divertimento: la validità 

THOR STORM pistola semiautomatica



THOR STORM: tempesta in arrivoL’azienda ticinese si prepara a presentare  sul mercato italiano questa curiosa pistola  semiauto costruita
attorno a un sistema  di scatto paragonabile a quello di un revolver.
In preparazione anche una versione carabina  con canna da 220 millimetri
di Massimo Castiglione
Il nome Thor non dirà forse molto ai lettori; probabilmente qualche appassionato più attento ricorderà una breve comparsata a Exa 2000 di una curiosa pistola semiautomatica che recava inciso proprio questo nome. In realtà dietro alla ditta elvetica Thor (è ubicata a Mendrisio, nel Canton Ticino) abbiamo ritrovato due “vecchie volpi” dell’arma automatica: una è Roberto Teppa, progettista della submachine gun “Spectre” e delle pistole “Falcon” e “Resolver”, l’altra è Claudio Gritti, autentico mago della “1911” in tutte le sue possibili varianti. L’arma che si vide alla fiera bresciana dell’anno scorso era un prototipo inerte della pistola “Storm” (in inglese significa tempesta), che ora abbiamo potuto esaminare in forma funzionante durante una “incursione” in terra svizzera.

Doppia azione bifilare
La Thor “Storm” è una pistola semiautomatica con canna fissa e sistema di chiusura labile (a massa); l’inizio del ciclo di sparo avviene a otturatore chiuso
L’esemplare che mostriamo in queste foto è camerato per la cartuccia 9 mm Parabellum, ma è prevista anche la versione in .40 S&W (nonché quella in 9x21 IMI per l’Italia). La “Storm” è alimentata da un caricatore bifilare estraibile la cui capacità varia in funzione del calibro e delle leggi del Paese ove l’arma sarà venduta. Il congegno di scatto pare preso pari pari da quello di un revolver: spara sia in singola, sia in doppia azione e, con la seconda, è sempre possibile ribattere una cartuccia che abbia manifestato problemi di accensione. È stato previsto un dispositivo manuale di disarmo del cane (è posto dietro al grilletto) che consente di portare l’arma con la cartuccia in camera e di sparare il primo colpo in doppia azione. I colpi successivi sono sparati in singola azione, salvo che non si agisca nuovamente sul dispositivo di disarmo. La percussione è data da un cane interno che colpisce la coda del percussore, flottante all’interno dell’otturatore. Non è stato previsto un comando per la sicurezza manuale; molto saggiamente, la “Storm” è stata dotata di un dispositivo automatico di blocco del percussore che è controllato dal cane e dal grilletto.
Architettura lineare
La “Storm” è costituita da una solida scatola di culatta d’acciaio, a profilo tubolare, entro cui scorre il massiccio otturatore, di forma cilindrica; all’interno di quest’ultimo è stata prevista la sede per la molla di recupero. Sulla testa dell’otturatore si nota, oltre alla sede incassata per il fondello della cartuccia, il poderoso estrattore a gancio. Esternamente la canna (lunga 135 mm) ha una forma analoga a quella di una valvola da motore a scoppio: è infilata, dall’interno della scatola di culatta, nel foro del suo “tappo” anteriore e l’ingrossamento in culatta la blocca posteriormente. All’esterno è vincolata da una boccola filettata, avvitata in volata, che agisce su un manicotto intermedio che, in definitiva, è quello che a prima vista viene scambiato per la canna stessa. Come si può capire, la canna lavora in trazione; è interessante notare che presenta una rigatura a profilo sinusoidale a sei principi destrorsi con un passo particolarmente lungo (un giro in un metro). Sotto la scatola di culatta è applicato, mediante viti, il pacchetto di scatto; due lunghe e robuste piastre laterali fungono da telaio e permettono una rapida ispezione dei pezzi che lo compongono. Quello descritto è il “motore” della “Storm” cui, come si conviene, è accoppiata un’adeguata “carrozzeria”. Si tratta di due gusci di materiale sintetico ad elevata resistenza: quello inferiore, oltre alla funzione estetica, reca anche l’impugnatura e la sede del caricatore, mentre quello superiore presenta le mire metalliche nonché la basetta tipo Weaver per il fissaggio di un’ottica.

L’ uso è molto facile
Dal punto di vista dell’utilizzo pratico, bisogna innanzi tutto notare che taluni comandi manuali (leva di disarmo del cane, sgancio del caricatore e, ovviamente, il grilletto) sono ambidestri, cosa di non trascurabile importanza. Inoltre tali comandi sono facilmente accessibili e utilizzabili. È invece posta sul lato sinistro dell’arma la manetta d’armamento, che è fissata all’otturatore. Ricordiamo ancora che, quando viene inserita una cartuccia in camera, si arma il cane e la “Storm” è pronta per il tiro in singola azione; in tale situazione, agendo sulla leva di disarmo, si passa alla modalità di tiro in doppia azione.
Sarà catalogata presto
L’esemplare che abbiamo esaminato ha sparato oltre cinquemila colpi e ha dimostrato che la “Storm” è già perfettamente a punto; per la verità questo progetto è figlio di una famiglia di collaudate armi semiautomatiche e dunque non deve stupire se le cose vanno nel verso giusto fin dall’inizio. Oltre alla versione pistola, qui fotografata, è già in avanzato studio quella carabina, che si differenzia per la canna da 220 millimetri e per il calcio fisso (mentre, come accessorio, è stato previsto un calcio amovibile a innesto rapido per la “Storm Pistol”).  I dirigenti della Thor ci hanno anticipato che non sono state previste versioni a raffica dell’arma. E in Italia? Si attende ancora la catalogazione della “Storm” nelle versioni pistola e carabina, entrambe previste nei calibri 9x21 IMI e .40 S&W. Superate le pastoie burocratiche, queste armi dovrebbero essere disponibili dopo qualche mese a dei prezzi piuttosto interessanti, cosa che ne dilaterebbe la diffusione non solo fra i corpi di polizia (privati e degli enti locali) ma anche fra coloro che sono alla ricerca di un’arma per la difesa abitativa che unisca maneggevolezza, efficacia nonché aspetto deterrente.

Scheda tecnica
Costruttore:  Thor - Piazza del Ponte, 3 - 6850 Mendrisio (Svizzera)
Modello: Storm
Tipo: pistola semiautomatica
Calibro: 9x19 mm Parabellum
Funzionamento: a sfruttamento del rinculo con chiusura labile (a massa)
Canna: lunga 135 mm; 6 righe destrorse a profilo sinusoidale
Sistema di percussione: indiretto, a mezzo cane interno su percussore flottante nell’otturatore
Alimentazione: caricatore bifilare estraibile
Congegno di scatto: ad azione mista (singola e doppia)
Estrattore: a gancio
Mire: mirino regolabile in altezza e tacca di mira spostabile lateralmente; base Weaver per il fissaggio di altri dispositivi
Congegni di sicurezza: automatico che blocca automaticamente il percussore
a grilletto non premuto, manuale che disarma il cane
Impugnatura: di materiale sintetico ad elevata resistenza
Peso: ca. 2,5 kg
Materiali: acciaio
Nota: in attesa di catalogazione nei calibri 9x21 IMI e .40 S&W

LA PPK-S d’acciaio inossidabile calibro 9 Corto



Questa “PPK/S” d’acciaio inossidabile calibro 9 Corto è opera della Walther USA:  mentre il resto del mondo clona le “1911”, negli Stati Uniti prosegue la produzione di questo grande classico tedesco




In analogia a quanto avviene nel settore dell’automobile, ove sono in atto fusioni e raggruppamenti che danno vita a veri e propri colossi industriali di dimensioni mondiali, anche in campo armiero si vanno formando delle holding sempre più articolate che, in più di un caso, si reggono su nomi prestigiosi che hanno letteralmente fatto la storia delle armi; oltre a questi raggruppamenti, si vanno estendendo altre forme di collaborazione fra case diverse. È il caso ad esempio della Walther, azienda agonizzante una decina d’anni fa che ha ricevuto un’iniezione di vitalità da quando è entrata nell’orbita della Umarex e che ha stabilito un accordo con la Smith & Wesson per l’interscambio di prodotti. Da questo 

Pistola Beretta bicolore anni 50

Bicolore anni ‘50
La rifinitura “Duotone”, cioè con fusto e carrello con toni contrastanti, oggi di moda su certe pistole custom, è stata utilizzata dalla Beretta nella sua produzione di serie . Eccone alcuni esempi “storici” 
 
Gli anni Ottanta hanno segnato una crescita di popolarità del tiro dinamico; poiché la maggior parte delle armi utilizzate per questa disciplina sportiva sono prodotte o preparate da artigiani, spesso su specifiche richieste del committente, è molto frequente che l’arma presenti un tipo di rifinitura un po’ particolare. Uno dei motivi estetici che una ventina d’anni fa s’impose all’attenzione degli appassionati è la pistola bicolore, spesso anche nota come “Duotone”: il fusto è rifinito mediante cromatura satinata (ed è quindi “bianco”), mentre il carrello è brunito (e dunque “nero”). Non manca però la combinazione cromatica inversa, meno frequente, adottata ad esempio su alcuni modelli di pistole Sig Sauer di recente produzione.

Tanfoglio in calibro 9 Far System



Questa prova di affidabilità e valutazione pratica del Far System, è avvenuta in contemporanea alla catalogazione di una prima serie di modelli Tanfoglio in calibro 9 Far: siamo oggi in grado di dire che la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di tutti i modelli in 9 Far presentati, avverrà durante la prima settimana di febbraio, rendendo di fatto disponibili al pubblico queste armi sostanzialmente rivoluzionarie. Ma andiamo per ordine: abbiamo potuto condurre una prova tecnica indipendente dalla valutazione del campione del mondo, di cui vogliamo in questa sede rendere conto prima di ogni altra cosa, al fine di ricordare o presentare, a tutti coloro che non fossero ancora informati della "sostanza tecnica" del Far System, di che cosa si tratta.

La pistola che spara energia



Grazie a una bomboletta di azoto compresso quest’arma non letale proietta contro l’aggressore due piccoli dardi collegati a un accumulatore ad alta tensione. Grazie alle onde elettriche che emette il K.O. è assicurato, ma senza alcun pericolo di danni permanenti
a cura di M.M.
L’Advanced Taser è una curiosa arma non letale prodotta da una azienda americana, la “Taser International” che funziona a gas precompresso. La particolarità di questa sorta di pistola è che non spara proiettili, ma è in grado di scaricare sull’aggressore una corrente ad altissimo voltaggio (50 mila volts) che provoca una folgorazione istantanea, sebbene non letale.

CARL GUSTAV MODELLO 38



Quando l’esercito svedese decise di dotarsi di un fucile da guerra moderno, venne scelto il Mauser quale arma d’ordinanza.  Le prime forniture vennero dalla Mauser stessa, ma ben presto gli svedesi si attrezzarono per la produzione locale di quest’ottima arma, che venne costruita, forse con gli standard produttivi piu’ elevati mai visti su questo tipo di fucile, dalla Carl Gustav, nei modelli 94 e 96.
All’alba della II GM pero’,  il lungo fucile modello 96 risultava eccessivamente ingombrante e

Winchester 1895 cal. .30-40 Krag


Storia e varianti nei diversi calibri della carabina a leva ideata da John M. Browning,
che incontrò uno strano destino: nata come arma da caccia grossa, finì con l’armare i soldati dell’esercito zarista
che da solo ne assorbì quasi il 70 per cento della produzione complessiva
di Marco E. Nobili



È ormai storica la foto di Theodore Roosevelt che posa insieme a un grosso rinoceronte africano abbattuto con una carabina a leva Winchester Model 95 nel calibro .405 Winchester. Nei suoi safari il Presidente aveva con sé anche carabine camerate nella cartuccia .30-40 Krag (o, come veniva allora designata, .30 US) definendole insieme alle .405 Win. “la giusta medicina per i leoni”.




Le matricole del Winchester .30 M1 e modelli derivati



Questa leggera carabina semiautomatica fu l’arma prodotta in maggior numero di esemplari durante la seconda guerra mondiale. Rrappresentò uno dei primi tentativi di creare un’arma che colmasse il vuoto tra il fucile d’assalto e la pistola semiautomatica. Fu costruita in più di sei milioni di esemplari nella versione base
a cura di Mauro Maggi


Gamo AF-10 Pistola ad aria precompressa con caricatore da 12 sferette cal. 4,5 mm


Meccanica
· Calibro .177 pollici  (4,5 mm).
· Velocità alla bocca : 380 ft/s (115 m/s).
· Sistema pneumatico ad aria pre compressa con valvola
· Assolutamente priva di contraccolpo
· Caricatore con capacità di  10 colpi di forma sferica o BBs
· Compatibile con munizioni di ogni forma se caricate singolarmente in canna
· Canna di acciaio rigata
· Sicura manuale.

Fucili Benelli

Carabina Argo

Precisa, affidabile, elegante.
Bellissima e perfetta, la carabina Argo, presentata nelle due versioni con carcassa nera anodizzata e con carcassa nichelata, vanta primati da record. Priva di saldature, la canna trattata criogenicamente è più resistente all’usura e si verifica un minor accumulo di depositi. Il fodero in acciaio interamente temprato, dotato di fori per l’attacco di basi per l’ottica, è stabilmente collegato alla canna per garantire l’estrema precisione del tiro. L’astina è vincolata alla carcassa e non interferisce sul regime vibratorio della canna al momento dello sparo. Il kit di piastrini che consente di regolare la deviazione del calcio e le pieghe, insieme alle mire intercambiabili – bindella o tacca di mira – ne fanno un’arma versatile e su misura.

Fucile da caccia




Il fucile da caccia si compone di numerose parti:

Calcio (1)
Il calcio del fucile ha lo scopo di imbracciare l'arma bloccandola saldamente al corpo del cacciatore. Il tipo di impugnatura è essenziale per una corretta imbracciatura del fucile; a seconda delle tipologie si distinguono tre tipi fondamentali di calcio. Calcio all'inglese, calcio a pistola, calcio a mezza pistola.  Il calcio deve essere perfettamente strutturato per l'anatomia del cacciatore in funzione di tre elementi sostanziali: lunghezza, piegatura, vantaggio.
Becco del calcio (2)
Terminazione della parte superiore del calcio ove inizia l'impugnatura.
Sicura (3)
E' un congegno presente nei fucili da caccia,sovrapposto, automatico, doppietta, monocannabenellibernardelli, franchi,berettabreda, browning che ha lo scopo di bloccare il movimento dei grilletti, ma non quello delle batterie, e che in buona sostanza impedisce che vengano esplosi i colpi. Nelle doppiette e nei sovrapposti e e nelle doppiette la sicura si trova in posizione posteriore alla chiave di apertura. negli automatici si trova dietro il grilletto.
Chiave di apertura (4)
Chiave utilizzata per aprire il fucile: presente in tutti i fucilibasculanti doppietta, sovrapposto, monocanna, combinati.
Grilletto (5)
Nei fucili a due canne sovrapposti e doppiette generalmente ci sono due grilletti anche se esistono modelli evoluti che ne hanno solo uno. Nel caso di due grilletti attivano:
  • Grilletto anteriore: canna destra (doppiette), canna inferiore (sovrapposti)
  • Grilletto posteriore: canna sinistra (doppiette), canna superiore (sovrapposti)
I fucili "automatici" da caccia hanno un solo grilletto che attiva lo sparo, la successiva espulsione del bossolo e l'inserimento in canna di un nuovo colpo. 
Bascula (6)
Si tratta di una delle sezioni più importante del fucile da caccia sede dei meccanismi di sparo. La sua parte anteriore combacia perfettamente con la parte posteriore della canna detta anche vivo di culatta. Nei sovrapposti e nelle doppiette, l'apertura di questo congegno è affidata ad una leva (4). All'interno della bascula si trovano le batterie che hanno lo scopo di attivare il cinematismo che aziona la percussione.
Asta (7)
L'asta del fucile è quella componente in legno che si trova sotto la canna o le canne. Ha la funzione di fornire la presa alla mano (per questo è chiamata anche poggiamano) nei fucili basculanti serve ad eliminare all'apertura si separino in due pezzi. 
Canne (8)
Le canne dei fucili da caccia,sovrapposto, automatico, doppietta,monocannabenellibernardelli, franchi, berettabreda, browning devono garantire un elevato grado di sicurezza e una buona resa balistica. In una canna ad anima liscia si possono individuare partendo dalla parte posteriore:
  • culatta (parte battente con la bascula)
  • camera di scoppio con lunghezza variable da 65 mm a 76 mm (fucili magnum)
  • raccordo che unisce la camera di scoppio all'anima della canna
  • strozzatura e vivo di volata (9)
La strozzatura ha lo scopo di ridurre la dispersione della rosata nei fucili a pallini. Esistono diversi livelli di strozzatura identificati con 1 - 2 - 3 - 4 stelle. I valori con più stelle hanno canne più strozzate. Le canne cilindriche sono individuate dalla sigla CL.

Cenni di balistica.....



La balistica è quel ramo della fisica meccanica che studia il moto dei proiettili. Appare opportuno richiamarne, per completezza di trattazione, la terminologia ed i principi fondamentali di più diretto impiego.
I corpi hanno la proprietà della mobilità e della inerzia.
Dicesi mobilità la facoltà dei corpi di poter occupare successivamente diverse posizioni nello spazio. Un corpo può trovarsi in movimento oppure in stato di quiete o riposo.
Dicesi inerzia la proprietà per la quale un corpo non può da solo modificare il suo stato di quiete o di moto.
Secondo il principio d'inerzia "lo stato di quiete o di movimento di un corpo abbandonato a se stesso non può essere modificato che da una causa esterna agente sul corpo".

La balistica delle Palle Slug



Invenzioni varie: 1) Sferica - 2) Lethal - 3) Destructor - 4) Palla rigata - 5) Palla con concentratore - 6) Berntheisel-Luneville a frammenti 7) A frammenti - 8) Lavré a frammenti incatenati - 9) Treff di Mahrhold e Peterlongo - 10) Oberhammer - 11) A punta d’acciaio - 12) Kohler - 13) Palla cava M. F. (Dal Waffenlexikon di Lampel-Mahrhold ).


Dalle lettere di chi mi chiede consigli balistici ho visto come vi sia ben poca chiarezza di idee sull’uso di palle singole (in inglese slug). La maggior parte poi non riesce a comprendere come mai queste palle siano così precise nei bersagli di prova dei venditori e manchino invece il bersaglio sul campo.

Il sistema di chiusura nelle pistole automatiche COLT



Settantaquattro anni e non li dimostra...
Il sistema di chiusura nelle pistole automatiche COLT
Uno dei problemi delle armi automatiche, fin dai loro esordi, è stato quello di far coincidere il momento dell'apertura dell'otturatore con quello in cui la pallottola aveva abbandonato la volata della canna.
Il ritardo è indispensabile, in quanto all'atto dello sparo i gas che si espandono ad altissima pressione romperebbero l'involucro di ottone del bossolo, non piu' contenuto dalle pareti della camera di cartuccia, con gravi conseguenze per il tiratore e per l'arma.
Nelle munizioni deboli (380 ACP, 7.65 Browning et similia) il ritardo è ottenuto semplicemente dalla massa del carrello più l'azione della molla di recupero dell'otturatore. L'inerzia creata da questi due fattori ritarda l'apertura dell'otturatore di quel tanto che serve per far uscire dalla volata della canna la pallottola e, conseguentemente, a far calare le pressioni generate dalla deflagrazione a livelli di sicurezza.
Nelle munizioni più potenti, invece, questo sistema non è attuabile. Infatti per generare un'inerzia sufficiente, si dovrebbe aumentare sia la massa del carrello-otturatore che la forza esercitata dalla molla di recupero. Il che porterebbe, con munizioni potenti, dover esercitare sforzi erculei soltanto per introdurre la prima cartuccia in canna, per non parlare di quando possono occorrere inceppamenti di vario tipo, a cui occorre ovviare rapidamente per poter continuare a operare con l'arma.
L'altra soluzione si chiama "chiusura geometrica", che rende possibile fabbricare armi, per il peso e per lo sforzo adoperato per operare il loro armamento, che siano considerabili ancora "portatili".
John Moses Browning, geniale mormone nato a Ogden, Utah, nel 1855, inventò un tipo di chiusura geometrica che è diventato il punto di riferimento per tutte le altre, ed anche la più copiata in assoluto, in quanto di facile realizzazione.
L'applicazione più famosa di questo principio è la pistola semiautomatica Colt Government Model 1911 e 1911A1, in calibro .45 ACP, elaborato appositamente per quest'arma.
In questo sistema la canna e' vincolata al castello tramite una bielletta, infulcrata alla parte inferiore della culatta. Immediatamente davanti alla camera di cartuccia, nella parte superiore della canna, sono stati macchinati due risalti che vanno a impegnarsi con altrettanti recessi fresati sul cielo del carrello-otturatore. All'atto dello sparo la canna e il carrello arretrano insieme per un breve tratto (circa 7 mm.). A causa della biella che ruota nella parte inferiore, la canna si abbassa dalla parte della culatta, disimpegnandosi dagli intagli sul carrello e consentendo a quest'ultimo di proseguire la corsa all'indietro, di riarmare il cane, eiettare il bossolo spento dalla finestra di espulsione. Riestendendosi, la molla di recupero porta di nuovo il carrello in avanti, provocando il prelievo di una cartuccia dal serbatoio e la sua immissione nella camera di cartuccia, e riporta la canna stassa in avanti. L'eccentricità della biella fa rioscillare la canna verso l'alto, portando i risalti della canna a impegnarsi nuovamente nel carrello, rendendo solidale cosi il complesso canna-carrello.
Gli impegni della canna sul carrello e la bielletta che opera lo svincolo canna carrello sono evidenziati in rosso. In questo spaccato la pistola è in chiusura (alto a sinistra) e poi in apertura(alto a destra), con il bossolo in fase di espulsione. Notare la canna arretrata e abbassata nella parte posteriore e la bielletta ruotata.
Il segreto per gestire correttamente il ritardo con una munizione come il .45 ACP è proprio in quel movimento di 7 mm. in cui canna e carrello rinculano insieme. Quel breve intervallo, infatti, è sufficiente per far uscire la pallottola dalla canna e far abbassare la pressione dei gas.
I vantaggi del sistema Colt sono: affidabilità anche in condizioni gravose (fango, freddo, mancanza di lubrificanti ecc. ecc.), semplicità di produzione, intuitività di funzionamento, resistenza anche a sollecitazioni dovute a munizionamento potentemente caricato.
Gli svantaggi sono dovuti al fatto che la canna si muove oscillando: le tolleranze delle armi militari non consentono di far ripiazzare la canna esattamente dove era prima del colpo, con conseguente mancanza di precisione dell'arma. L'usura della bielletta porta altri fattori di incertezza nei movimenti della canna. La massa della canna, inoltre, spostandosi repentinamente in maniera e non rettilinea, ha conseguenze anche sulla controllabilità dell'arma, che tende a rilevare più di altri sistemi.
Se per il secondo inconveniente c'è poco da fare, il primo, almeno sulle armi sportive e affidate ad un buon preparatore, è rimediabilissimo: costruendo armi con l'accoppiamento canna-carrello con tolleranze molto strette, ed intervenendo sulla boccolatura anteriore, dove la canna trova un'altro appoggio mentre il carrello scorre, con diametri più stretti, si riesce ad annullare quasi del tutto l'incertezza del movimento oscillante, e ad assicurare una ripetibilità del posizionamento della canna.
Al sistema originale con bielletta e intagli, esistono delle varianti, inventate dallo stesso Browning e modificate ancora da Petter.
Browning modificò, semplificandolo, il sistema della bielletta sulla Browning HP del 1935. Eliminò la bielletta e ricavò sotto alla camera di cartuccia una appendice con un'asola. L'asola era sagomata ed impegnava il perno passante del chiavistello di smontaggio, in maniera che per il tratto iniziale la canna arretrasse e poi, quando l'asola curvava, si abbassasse repentinamente, liberando gli intagli superiori dal carello otturatore, svincolandolo. Il sistema è indubbiamente più semplice e robusto di quello funzionante sulla Colt. Una ulteriore versione è lo stesso sistema ma con l'asola aperta, facilitante lo smontaggio e la fabbricazione dell'arma.
Petter, invece, semplificò il sistema dei risalti sulla canna. Le fresature sul cielo del carrello-otturatore e quelle necessarie per ricavare i corrispondenti denti di impegno sulla canna, richiedevano operazioni complesse e precisi aggiustaggi. Petter di ricavare la superficie di contrasto ampliando le dimensioni della spalla esterna anteriore alla camera di culatta, e di farla impegnare contro la finestra di espulsione. Questa soluzione porta agli stessi risultati del sistema Colt: la canna oscillante si abbassa per via del vincolo operato nell'asola sotto la camera di cartuccia, la spalla della camera di cartuccia non contrasta più con i bordi della finestra di espulsione ed avviene lo svincolo tra canna e carrello.
La Colt Government Model 1911 è risultata talmente ben concepita che adottata dall'U.S. Army nel 1911, appunto, è stata l'arma da fianco di questo esercito (e di innumerevoli altri) per la bellezza di 74 anni. Infatti, solo il 14 gennaio 1985 la Colt Government è stata rimpiazzata dalla Beretta 92F (e poi dalla 92 FS) in calibro 9 Parabellum (9 NATO o 9 x 19), ma il sistema di chiusura è stato praticamente copiato dappertutto, e tutt'ora fornisce la base per l'elaborazioni di armi sia militari che sportive.

Gamo P23

La nuova pistola a gas della Gamo riproduce le fattezze della Sig Sauer P-230 e può sparare sia a colpo singolo sia a ripetizione. La precisione è sorprendente, ottima la affidabilità del funzionamento.
di Mauro Maggi da (tratto da Armi Magazine)
Dopo avere riscosso un successo a livello mondiale con il suo revolver a CO2 R-77 Combat, la Gamo non ha certo dormito sugli allori dopo avere riscosso un successo incredibili con il suo revolver a CO2 R-77 e ha sfornato una nuova simpaticissima pistola ad aria compressa chiamata P 23 che ricalca le forme della semiautomatica Sig-Sauer P230. La sua caratteristica più interessante è la possibilità di sparare a colpo singolo con pallini tipo diabolo, trasformandosi in una semiautomatica se si usano pallini sferici.